Osaka: “Non ho saputo reagire al fatto di giocar male. Ho avuto un atteggiamento pessimo”

Naomi Osaka, in conferenza stampa a Brisbane, racconta cosa non ha funzionato nella sconfitta contro Lesia Tsurenko: "Non avevo controllo della palla, e dal nervosismo ho cominciato a colpire e basta. Mi creava poi ulteriori problemi sapere che dovevo vincere a tutti i costi".

Nel secondo set ci sono state quelle due palle break che hai mancato e che potevano forse rappresentare un punto di svolta, che cosa ti ha fatto sbagliare quella grande occasione?
Se dovessi essere franca, credo di aver avuto un atteggiamento pessimo oggi. Non ho saputo come reagire al fatto che stessi giocando male. Sono stata di cattivo umore, poi ho cercato di cambiare, poi però sbagliavo e tornavo a essere molto negativa e infantile. Penso che nell’ultimo anno mi siano successe diverse situazioni simili ed è una cosa che sto cercando di migliorare come credo fosse successo verso la fine del 2018. Spero che questo non sia un fatto destinato a ripetersi.

Nel caso dovessi rivedere le tue partite, ti concentri su quei momenti dove ti senti negativa e cerchi di capire come migliorarli o accettare il fatto che non sempre puoi essere al meglio?
Tendenzialmente non mi riguardo giocare perché poi mi vedo con un brutto atteggiamento e so che alle persone non piace vedere una persona con un brutto atteggiamento. A proposito della strategia, è sempre che… Se la palla non va dentro… Mi sembra come di non avere avuto controllo del colpo oggi. A quel punto ci sono due strade che posso prendere: la prima è colpire e basta, la seconda è mettermi d’impegno a lavorare. Tendenzialmente scelgo sempre la prima.

Nel warm up di questa mattina era tutto ok o anche lì sentivi che non tutto era come previsto?
No anche nel warm up mi sono sentita spenta. Ho pensato fosse un problema alle corde della racchetta, ma Sascha mi diceva che stessi colpendo bene. Ho pensato allora fosse qualcosa di mio che non andasse e ho sperato che magari scambiando un po’ la sensazione potesse sparire, ma non è stato così.

Ultimamente sei spesso arrivata almeno in semifinale nei tornei a cui hai preso parte, ma pensi che possa essere ancora una nuova sensazione, per te, questa costanza di rendimento? Avverti che i nervi sono più tesi o è tutto uguale?
È un po’ diverso. Prima potevi essere nervosa per essere arrivato a quel livello, mentre ora mi sento nervosa perché sento di dover vincere quella partita perché sono la giocatrice col ranking più alto e le persone si aspettano che io vinca. Questo non ha fatto altro che aggiungere altri nervi. Se non altro la cosa positiva è che sento di starmi abituando a questa condizione. Almeno spero.

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