Australian Open: disastro Zverev, Raonic lo travolge ed è ai quarti. Si rivede Pouille

Prova molto negativa per Alexander Zverev, a cui non riesce nulla per due set e viene eliminato per mano di Milos Raonic. Il canadese è ai quarti di finale dell'Australian Open.

[16] M. Raonic b. [4] A. Zverev 6-1 6-1 7-6(5) (di Cristina Pozzoli)

Disastrosa sconfitta per Alexander Zverev che contro Milos Raonic subisce l’ennesima bocciatura a livello Slam. Questo dicono i primi due set e poco importa che nel terzo, quando ormai non c’era più niente da perdere, Zverev abbia avuto una specie di reazione, è arrivata troppo tardi e specialmente non era vera fino in fondo.

Comincia la partita e all’inizio va al contrario di quel che ci si aspetta. Il servizio conta poco, si scambia e i primi due game sono due break. Raonic parte per primo e sul trenta pari Zverev infila due gran risposte di rovescio grazie alle quali prima prende in mano lo scambio e si procura la palla break portando all’errore il canadese che poi azzarda un serve & volley ma non controlla la volée di rovescio. Il parziale sembra subito in discesa per il tedesco ma invece è l’unico game che farà. Il suo servizio non infastidisce il canadese che non solo con il dritto fa quello che vuole piazzando l’inside-out o l’inside-in con violenza e precisione ma scende anche facilmente a rete per prendersi i punti. Tolte le iniziali incertezze Raonic trova gran resa dal servizio e ha solo l’imbarazzo della scelta su quali trasformare delle dodici palle break che Zverev gli concede nei suoi tre turni di battuta e una per game è la soluzione ottimale.

Nel secondo parziale la situazione peggiora per Zverev che apre con un doppio fallo, con un altro regala tre palle break consecutive al canadese che trasforma la terza con l’ennesimo vincente di dritto. Oltre all’aspetto preoccupante che non ci sia gioco in campo per demerito del numero quattro del mondo (anzi, numero tre dalla prossima settimana) è il suo atteggiamento che è inspiegabile. Invece di provare a reagire e a fare qualcosa di concreto in campo si fa prendere dal nervosissimo e dà lampanti segnali di scoraggiamento facendo capire al canadese e a tutti che non ha nessuna intenzione di lottare. Dopo il doppio break subito nel quinto game disintegra la racchetta e lascia andare tutto alla deriva.

Qualche accenno di ripresa inizia vedersi nel terzo set che offre le trame della partita che avrebbe dovuto essere dall’inizio. Il servizio fa la sua parte per entrambi e nei primi game su quello di Zverev addirittura non si gioca, quando “non conta più” arrivano prime vincenti invece di doppi falli. Raonic concede qualche punto in più ma non se ne preoccupa più di tanto, gioca con tranquillità, è sicuro sotto rete e non sembra nemmeno in difficoltà negli scambi a parte qualche errore forzato dal tedesco che adesso gioca, o almeno ci prova. Al momento di servire per rimanere nel match però avverte tutta la tensione che ha cercato di nascondere e cala quel tanto che permette a Raonic di incidere con il dritto e procurarsi due match point in risposta. Zverev lotta e si difende con i denti e con le unghie riuscendo in qualche modo a salvarsi. Si arriva al tie break e si procede con scambi di mini break. Zverev è avanti due volte per primo ma si fa riagganciare con un doppio fallo e un errore di rovescio. Poi allunga definitivamente Raonic vincendo un lungo scambio in manovra con lo slice, che vale altri due match point. Il quarto lo gioca con il servizio e chiude con una volée incrociata di dritto. Nei quarti di finale troverà il vincente del match tra Borna Coric e Lucas Pouille.

[28] L. Pouille b. [11] B. Coric 6-7(4) 6-4 7-5 7-6(2) 

Stecca Zverev e stecca anche Borna Coric. Il secondo spicchio di tabellone perde le teste di serie più alte (Thiem aveva salutato già da un po’) e promuove Lucas Pouille, rivitalizzato dalle cure di Amelie Mauresmo e di nuovo ai quarti di uno Slam dopo due anni e mezzo. L’ultima volta agli Us Open 2016, vincendo un bellissimo match contro Rafa Nadal: sembrava la conferma di quanto fatto vedere un mese prima a Wimbledon, dove era arrivato sempre tra i migliori otto. Invece da quel gran torneo a Flushing Meadows il francese si è fermato, schiacciato dalle troppe aspettative di chi già lo profetizzava futuro vincitore Major. La realtà si è rivelata ben diversa e Pouille non è il fenomeno che qualcuno pensava, ma a 25 anni da compiere è ancora in tempo per diventare un giocatore forte. Uscito in qualche modo dalle sabbie mobili in cui era inciampato contro Popyrin ha recuperato un set di svantaggio a Borna Coric e ora può giocarsi le sue chance contro Milos Raonic. Il canadese sta giocando benissimo e lo ha sempre battuto, partire sfavorito per Pouille può essere paradossalmente un piccolo vantaggio.

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