Azarenka, la battaglia legale per il figlio non è finita: cancellata la sentenza in suo favore

Il sito belarusfeed.com riporta che l'ex compagno ha vinto il ricorso contro la decisione del giudice che dava ragione alla tennista nella battaglia legale sull'affidamento del figlio. Il tribunale di Los Angeles è chiamato ora a un nuovo verdetto.

Quasi un anno dopo la sentenza di appello che si era espressa in favore di Victoria Azarenka, l’ex compagno Billy McKeague ha visto il verdetto completamente ribaltato in suo favore.

La disputa legale sull’affidamento del bambino, cominciata nell’estate del 2017, non è ancora finita.

L’ex numero 1 del mondo e il suo team di legali era molto speranzosa che questo nuovo processo potesse sancire la fine definitiva del lungo travaglio a cui è sottoposta, cominciato per ragioni che non sono state rese note ma che a questo punto è facile pensare stia danneggiando un po’ tutti, soprattutto il piccolo Leo, che proprio oggi spegne le candeline del suo secondo compleanno.

La vicenda è molto complicata e il sito web belarusfeed.com ha pubblicato la notizia che il giudice della corte d’appello statunitense ha di fatto annullato il verdetto dello scorso gennaio del tribunale di Los Angeles il quale annunciava che il caso non aveva giurisdizione né nello stato occidentale né in tutti gli Stati Uniti d’America, dunque l’unica via era attenersi a quanto stabilito dal tribunale di Minsk che aveva dato esito favorevole alla tennista. C’era però un periodo di 3 settimane di tempo in cui l’ex compagno, assieme ai suoi legali, poteva progettare una strategia per presentare ricorso e ora si riparte da capo.

Cancellando, di fatto, quanto stabilito in precedenza, ora il tribunale di Los Angeles è chiamato a una nuova decisione sulla contesa del figlio. La virgola, il cavillo, che ha fatto saltare tutto è stato il fatto che McKeague non sapesse che mentre il tribunale californiano stava lavorando sul caso ci fosse un’udienza in programma anche a Minsk. Come informa il sito sopra citato, infatti, gli fu inviata una lettera per avvisarlo ma fu spedita all’appartamento in Bielorussia mentre in lui, in quel momento, era a Los Angeles.

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