WTA Finals, Wozniacki rivela: “Ho l’artrite reumatoide”

La tennista danese rivela in conferenza stampa che prima dello US Open ha contratto l'artrite reumatoide: "Ho sentito tanta fatica tutta l'estate, poi una mattina mi sono svegliata che non riuscivo ad alzare il braccio".

Caroline Wozniacki, con un tono di voce piuttosto cupo, ha annunciato in conferenza stampa a Singapore che da circa due mesi sta combattendo con l’artrite reumatoide.

La danese, eliminata dalle WTA Finals dopo il 5-7 7-5 6-3 in favore di Elina Svitolina, ha aperto per la prima volta alla stampa la notizia che lei ha avuto prima dello US Open.

Rispondendo a una domanda dove le veniva chiesto di raccontare come aveva vissuto i momenti difficili in estate, l’ex numero 1 del mondo ha detto: “Se devo essere sincera dopo Wimbledon non mi sono sentita bene. Ho pensato fosse semplice influenza, sono andata in vacanza e ho continuato a non sentirmi bene, ma ancora pensavo che nel giro di breve mi sarebbe passato. Sono andata a Washington, le ginocchia mi facevano male, la gamba mi fa male, ma ancora pensavo non ci fosse granché se non qualche carico di allenamento. Ho giocato a Montreal e qualcosa non andava, mi sveglio e non riesco ad alzare il braccio. Non sapevo cosa fosse. Sono andata a farmi visitare e mi hanno detto che era tutto ok. Ho cominciato a controllare con qualche ricerca per capire che cosa fosse e per un po’ ho pensato fosse mononucleosi, ma alla fine ho scoperto che ho una malattia autoimmune, l’artrite reumatoide, che attacca le articolazioni. Quando il tuo corpo ha tanti fluidi e si gonfia, ti senti stanca e tutto. Ci ho messo un po’ però. Dopo lo US Open ho cercato di capire che cosa fare della situazione e lì ho scoperto che cosa fosse questo fastidio. Ho visitato uno dei migliori dottori nel campo e da lì ho cominciato i trattamenti. È un problema, soprattutto se sei un atleta ma alla fine si riesce a trovare un piano B e si scopre come trattare queste malattie. Da allora ho cercato di guardare avanti e capire come affrontare la situazione e iniziare a conviverci, purtroppo è così. Sono molto orgogliosa di come abbia affrontato la situazione e sia rimasta molto positiva e abbia cercato che ciò non mi ostacolasse. Durante l’anno non ho voluto dirlo per non dare modo alla gente di sapere che non stessi bene. Ci sono giorni dove magari ti svegli e non vuoi alzarti dal letto ma devi farlo, mentre in alter situazioni è più semplice, quasi non ti sembra di avere alcunché. Non è facile, ma sono felice che la stagione sia finita e posso controllare la cosa e pensare a come gestirla ancor meglio in futuro”.

Alla domanda su che genere di trattamenti deve fare, la numero 3 del mondo ha risposto: “Devo fare trattamenti giornalieri. Trattandosi di una malattia autoimmune il corpo anziché contrastare i batteri pensa a farli entrare nel mio sistema. È qualcosa a cui dovrò far fronte giorno dopo giorno, sentire il mio corpo giorno dopo giorno. Ci sono delle cure che possono aiutarti e avere effetto anche da 10, 15, 20 anni fa. Da questo punto di vista la medicina è migliorata e sono molto felice. Oltre a questo devo pensare a dieta, dormire, tutto. È qualcosa che avrò per tutto il resto della mia vita. All’inizio è stato uno shock. Pensi di essere l’atleta più in forma di tutte, o almeno nella tua testa, perché sono conosciuta per questo, e tutto di colpo devo dover fare i conti con questo problema. A questo punto non posso farci nulla se non provare a conviverci e curarlo”.

Sulla domanda se invece ci sono preoccupazioni per la sua carriera: “Ho avuto la notizia prima dello US Open e dopo che abbiamo fatto un po’ di test ed esami, abbiamo cercato di capire che fare. Sinceramente non volevo guardare su Google, perché se cominci a guardare lì potresti anche morire. Prima dello US Open ho pensato di fare le mie cose normali, che avrei dato un’occhiata dopo lo US Open. Dopo la sconfitta allo US Open ero molto arrabbiata, ho cominciato a cercare informazioni su Google, inserito i sintomi, e questo era quello che sentivo. Ho cominciato a leggere che potrei vivere di meno, che potrei non riuscire a lavorare, mi sono spaventata. Così sono subito corsa da un dottore chiedendo se fosse vero, mi ha detto che non è così, che avremmo trovato una soluzione. Fortunatamente conosco bene il mio corpo e so che cosa può non andare. Molti magari rimangono in attesa convinti che ci siano situazioni che si risolvono col tempo. Sono riuscita a scoprirlo prima che peggiorasse. La medicina è eccezionale, non sono molto preoccupata”.

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