ATP Gstaad: fantastico Berrettini! Batte Bautista Agut e vince il torneo

L'azzurro batte in due set lo spagnolo e conquista il primo titolo Atp in carriera, senza aver mai perso un set e il servizio in tutta la settimana

Berrettini b. [2] R. Bautista Agut 7-6(9) 6-4

Grande, grandissimo Matteo Berrettini. Continua l’estate italiana con un altro successo azzurro. Dopo Fognini e Cecchinato, anche il ventiduenne romano vince un torneo Atp, sorprendendo un giocatore solido come Bautista Agut, che cercava il nono titolo in carriera, il terzo nel corso di quest’anno dopo Aukland, contro del Potro e Dubai ai danni di Pouille. Lo spagnolo era numero 15 al mondo e qui a Gstaad lo scorso anno raggiunse la finale, venendo poi battuto dal nostro Fabio Fognini.

C’è da dire che l’iberico ha giocato un pessimo torneo, prevalendo nella maggior parte dei casi grazie alla tecnica ma soprattutto all’esperienza e lasciando molti set per strada; non si può dire lo stesso per Matteo Berrettini, alla sua prima finale ATP in carriera, che ha collezionato in questa settimana scalpi importanti (Rublev, seppur non al massimo e Lopez, benché non sia la terra la sua superficie preferita) non cedendo nessun set e soprattutto non perdendo mai la battuta (38/38).

Nonostante questo è lo spagnolo ad essere favorito, per i bookmakers e per molti appassionati. Ma non per Berrettini. Pronti-via costringe, infatti, Bautista ad un game fiume, senza tuttavia riuscire ad avere palle break. I successivi giochi scivoleranno via lisci per entrambi: l’italiano è molto roccioso e difficile da scardinare, grazie ad un servizio che viaggia a medie alte, sia con la prima che con la seconda, e al dritto potente a cui ci sta abituando; dall’altro lato lo spagnolo mette i piedi spesso e volentieri dentro al campo e cerca soluzioni precise e profonde.

Chiarita la trama, nessuno dei due ha avuto chance di break e nemmeno ci si è avvicinato (cinque turni a zero, cinque a quindici e appena due ai vantaggi), per cui è il tiebreak a decidere il parziale. Tiebreak che rispecchia in toto quanto visto finora: dieci punti di fila tutti per chi è alla battuta, fino a quando Bautista non centra il minibreak e, con esso, il set point. Il peggio è ad un passo, ma non si compie, perché l’iberico commette un sanguinoso doppio fallo che porta al cambio campo sul 6-6. Al rientro è nuovamente lui ad avere set point, stavolta sul servizio di Berrettini, che a sua volta ne avrà due, mancati, prima di vincere uno duro scambio lungo che gli permette di issarsi 10-9. A questo punto Matteo chiama a rete il suo avversario e lo passa, incassando un faticosissimo primo set. Si gioca di più, si palleggia di più nel secondo, in cui Bautista fatica, rincorre spesso e concede ripetuti break point che però Berrettini non sfrutta. L’impressione è che si debba andare ancora ad oltranza, a maggior ragione quando lo spagnolo, nel decimo e fatidico game, avrà le palle per andare 5-5. Palle che non sfrutterà, perché Berrettini risponde sempre, risponde bene e lo mette sotto pressione, poi, sul 40-40, si sposta sul dritto, tira una sassata e sale a match point, poi concretizzato. Dopo Cecchinato e Fognini è quindi il terzo italiano ad alzare un trofeo recentemente, sfiorerà la top 50 (era partito da n.84 ad inizio anno), ha vinto un torneo senza perdere nemmeno un set, ha giocato veramente su un altro livello rispetto agli altri e ha fatto emozionare e sperare tutti noi italiani amanti del tennis.

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