WTA Lugano: Mertens trionfa allo scoccare della (sua) undicesima ora, ko Sabalenka

A Lugano una Elise Mertens vince la sesta partita negli ultimi 3 giorni allo scoccare dell'undicesima ora in campo. Perfetta nei momenti cruciali, ha messo fine alla corsa di Aryna Sabalenka (e le due si ritroveranno contro in finale di doppio).

[2] E. Mertens b. A. Sabalenka 7-5 6-2

Elise Mertens trionfa a Lugano, completando una tre giorni da vera prova estrema di resistenza. Spesso utilizziamo questo termine per indicare partite che durano oltre le due ore, magari tre, ma qui ci troviamo di fronte a una giocatrice che si è imposta in 6 partite (4 in singolare, 2 in doppio) e tra un’ora sarà di nuovo in campo per completare un weekend comunque memorabile affrontando, nella finale di doppio, la stessa Aryna Sabalenka a cui ha impedito di aggiudicarsi il primo titolo WTA in carriera in singolare.

Siamo a Lugano, per un WTA International che magari varrà meno di altri successi che la belga potrebbe raggiungere più avanti nella carriera, ma il rendimento degli ultimi giorni è stato superlativo. Tre battaglie in singolare tutte concluse al fotofinish (7-5 al terzo nel secondo turno contro Marketa Vondrousova, 7-6 al terzo nei quarti di finale contro Mona Barthel, 6-4 al terzo in semifinale contro Vera Lapko) e oggi la vittoria divenuta sempre più netta dopo un primo set vinto con grande freddezza nelle fasi decisive, quando ha avuto più intraprendenza e ha mosso da un lato all’altro del campo Sabalenka, giocatrice molto temibile se è lei a manovrare, sempre meno quando è costretta a muoversi. Caratteristica abbastanza prevedibile a questo punto della sua crescita, ancora in corso e ancora da perfezionare.

Brava la belga a soffrire veramente poco la grande forza della bielorussa, che dopo un inizio un po’ difficile aveva aggiustato la mira e ha vissuto la sua fase migliore fino al 5-5, momento in cui è stata brekkata a zero. Concluso il primo set per 7-5, Mertens ha subito preso un nuovo break a inizio della seconda frazione e approfittando del calo della sua rivale si è involata verso il terzo titolo in carriera, il primo sulla terra, superficie dove comunque sa gestirsi piuttosto bene, sa scivolare, sa difendersi con traiettorie più alte e profonde, ideali per mandare fuori dalla zona di comfort (la proiezione offensiva) la sua rivale.

Una vittoria maturata anche per quel pizzico di tranquillità in più coltivato negli ultimi 14 mesi dove nei tornei come Lugano ha spesso ottenuto ottime prestazioni e, appena 3 mesi fa, ha ottenuto l’exploit più importante all’Australian Open. Non possiamo sapere se quello è stato un picco isolato o diventerà una giocatrice dalla costanza sempre più alta, al momento rimane una ottima protagonista della seconda fascia, magari mina vagante, magari abile a cogliere occasioni come questa, nella pazza settimana di Lugano. E tra poco sarà in campo per il doppio, il tutto dopo 11 ore passate in campo nelle ultime 48.

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