WTA Indian Wells: Halep, buona la prima. Kvitova maratoneta, fuori Muguruza

Nella terza giornata del WTA Premier Mandatory di Indian Wells Simona Halep coglie un importante successo dopo 2 settimane senza toccare la racchetta. Petra Kvitova si salva dopo 3 ore e 15 minuti.

[1] S. Halep b. Kr. Pliskova 6-4 6-4

Nella conferenza stampa pre-torneo Simona Halep raccontava di come aveva vissuto le ultime settimane tra il forfait a Doha e l’arrivo in California. Per sintetizzare il discorso si può fare riferimento alla risposta, secca, che ha dato alla domanda di quanto tempo fosse passato prima che riprendesse in mano la racchetta: “Ho ricominciato qui”.

Due settimane intere senza tennis, senza neanche troppi allenamenti fisici perché doveva recuperare dall’infortunio al piede patito in Australia e proseguito poi nel medio-Oriente, una pausa che probabilmente avrebbe voluto prendersi completamente fin dalla finale persa all’Australian Open. Ne aveva bisogno, ma adesso bisogna ricominciare e il primo match non è mai semplice, soprattutto se di fronte c’è una giocatrice che sa servire molto bene, sa creare enormi problemi se non viene fatta muovere.

Ecco perché la numero 1 del mondo, nonostante sia nota per muoversi molto bene lungo il campo e cercare quasi sempre di angolare i propri colpi, oggi sia stata per due volte costretta a risolvere situazioni complicate: la prima quando era indietro 1-3 nel primo set, la seconda quando da 3-0 e servizio nel secondo si è fatta raggiungere e stava cedendo al nervosismo. Ha tenuto duro e ha subito ritrovato il break, aiutata da due ottimi rovesci incrociati, e ha condotto in porto la partita. Al prossimo turno Caroline Dolehide, giocatrice molto aggressiva, o Dominika Cibulkova, contro cui è indietro 2-4 nei precedenti.

[9] P. Kvitova b. Y. Putintseva 6-7(5) 7-6(4) 6-4

Sembra non essere più in grado di perdere, Petra Kvitova,neppure nelle giornate in cui tutto gira male e di fronte c’è un’avversaria che vive in un universo tutto suo e sa giocare, se non si perdesse troppo spesso in discussioni evitabili con se stessa, l’angolo e i giudici di linea.

Yulia Putintseva già qualche anno fa, a Parigi, rischiò di causare uno scossone non da poco quando andò avanti 7-6 4-1 contro Serena Williams, prima che si bloccasse e venisse travolta dal rientro dell’avversaria che finì il torneo sconfitta in finale contro Garbine Muguruza. La kazaka, di origine russa, è stata oggi vicinissima a un altro scalpo eccellente, avanti 4-2 e servizio nel set decisivo contro una Kvitova che non perde una partita dal primo turno dell’Australian Open contro Andrea Petkovic. Da lì in avanti, la ceca ha vinto 13 partite e due titoli che l’hanno riportata in top-10.

Oggi, nonostante la testa di serie numero 9 poteva far pensare ad una partita tutto sommato agevole, Kvitova ha dovuto faticare come poche altre volte. Il 6-7(4) 7-6(3) 6-4 finale è la terza vittoria più lunga di sempre in termini di game disputati: 36, che affianca quella contro Julia Goerges in Fed Cup nel 2012 (3-6 6-3 10-8) e quella contro Barbora Strycova un anno prima, a Parigi Gaz de France (6-4 6-7 7-6). In questo autentico romanzo giallo, ricco di incertezza fino alla fine, ha prevalso dopo aver commesso 74 errori gratuiti, come se fosse partita in ritardo di 2 o 3 punti in ogni game. Di contro ci sono stati 56 vincenti, ma soprattutto la voglia chiara di non uscire dal campo con la consapevolezza di non aver fatto tutto il possibile.

In campo oggi c’erano le condizioni peggiori, per una come Petra: per la prima volta dal primo turno di qualificazioni si sono superati i 30 gradi. Nelle ore centrali del giorno, momento in cui lei era in campo, siamo arrivati intorno ai 33/35 gradi, con un terreno di gioco lento per natura visto che viene riverniciato poco prima dell’inizio dell’evento e una palla che vola ancor di più vista la totale assenza di umidità e un clima molto secco. Petra da queste parti non è mai andata più avanti dei quarti di finale, raggiunti nel 2013 e nel 2017 e con giornate così afose lei ha sempre dimostrato di soffrire più del dovuto. Eppure oggi è riemersa più volte dal baratro, malgrado tutti i gratuiti, malgrado i 18 doppi falli e una continua danza sul cornicione, in bilico tra vittoria e sconfitta, tra vincente ed errore.

Non è stata una prestazione sufficiente, ma alla fine è venuta fuori una vittoria nuova: pochissime altre volte aveva saputo prevalere in queste condizioni così difficili per lei. Tra due giorni la prova del nove: dovesse mantenersi su questi livelli potrebbe essere chiamata a una nuova maratona.

[Q] S. Vickery b. [3] G. Muguruza 2-6 7-5 6-1

Non riesce a ingranare la stagione di Garbine Muguruza, che dopo le delusioni di gennaio e i due tornei con qualche asterisco a metà febbraio inciampa in un bruttissimo scivolone all’esordio nel WTA Premier Mandatory di Indian Wells. La spagnola, da terza favorita del seeding, è stata eliminata dalla qualificata Sachia Vickery.

2-6 7-5 6-1 il punteggio finale di un match fatto di alti e bassi, con Garbine che ha dilapidato un vantaggio di 6-2 3-0 e 40-0 per farsi intrappolare nella lunghissima tela di scambi della sua avversaria, che via via è andata esaltandosi nel braccio di ferro, nella tenuta da fondo e nella capacità di ribaltare le diverse situazioni da difensive a offensive. Garbine, caduta in questo vortice negativo, non ne è più uscita fino alla stretta di mano arrivata dopo un terzo set mai giocato, quando ormai il più era fatto.

Un po’ la Muguruza degli ultimi mesi, quella che quando va in difficoltà non sembra in grado di reagire. Oggi aveva cominciato molto bene, con grande spinta e precisione, aggressione e concretezza, ma dal 3-0 40-0 del secondo la faccenda si è per lei maledettamente complicata. Quel muro, che fino ad allora aveva scardinato con grande efficacia, di colpo si era ripresentato ancor più solido ed efficace e il suo gioco non è più stato quello di prima. Sul 4-3 perdeva anche il secondo break e Vickery si portava addirittura avanti, cominciando anche a lavorare mentalmente la spagnola, che sul 5-6 perdeva un turno di battuta dopo oltre 10 minuti, al quarto set point concesso. Da lì, la partita è pressoché finita.

Risultati

[1] S. Halep b. Kr. Pliskova 6-4 6-4
[WC] C. Dolehide b. [30] D. Cibulkova 5-7 6-3 6-4
Q. Wang b. [22] E. Mertens 4-6 6-3 6-4
[14] K. Mladenovic b. S. Stosur 7-5 7-5
M. Vondrousova b. [11] J. Konta 7-6(4) 6-4
A. Sabalenka b. [19] S. Kuznetsova 6-4 6-3
P. Martic b. [25] B. Strycova 7-5 6-3
[6] J. Ostapenko b. B. Bencic 6-4 3-6 6-1
[Q] S. Vickery b. [3] G. Muguruza 2-6 7-5 6-1
N. Osaka b. [31] A. Radwanska 6-3 6-2
[17] C. Vandeweghe b. K. Kanepi 6-0 7-6(6)
M. Sakkari b. [16] A. Barty 6-4 6-2
[9] P. Kvitova b. Y. Putintseva 6-7(4) 7-6(3) 6-4
[WC] A. Anisimova b. [23] A. Pavlyuchenkova 6-4 6-1
[32] S. Zhang b. [Q] S. Kenin 6-2 6-2
[5] Ka. Pliskova b. I. C. Begu 7-6(4) 6-1

 

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