Serena Williams: “Ho rischiato di morire dopo il parto”

In un articolo pubblicato sul sito della CNN Serena Williams racconta le complicanze del parto dopo aver dato alla luce la figlia Alexis Olympia Ohanian jr e rivela: "Dopo il cesareo ho rischiato la vita a causa di un embolo".

In un’intervista a Vogue America ad inizio anno, Serena Williams aveva rivelato come il suo parto non fosse stato tutto rose e fiori, anzi. Subito dopo aver messo alla luce Alexis Olympia Ohanian jr, l’1 settembre scorso, l’ex numero 1 del mondo è stata colpita da un embolia polmonare, rischiando anche la vita. Oggi, con un articolo sul sito della CNN, la Williams entra nei dettagli della vicenda.

La gravidanza era andata secondo i piani, mai nessuna anomalia fino al momento del ricovero in una clinica della Florida, quando il parto era ormai imminente. Ad un certo punto però il suo battito cardiaco si è abbassato sotto il livello di guardia, richiedendo l’intervento del chirurgo. Da qui sono subentrate complicazioni. “Dopo il cesareo, il taglio si è aperto per via della tosse insistente provocata da un embolo”, ha raccontato Serena. “Così sono tornata sotto ferri e i medici hanno trovato un grande ematoma, un blocco di sangue coagulato, nel mio addome. Poi sono dovuta tornare di nuovo sotto ferri per una procedura che avrebbe impedito ai trombi di andare ai polmoni. Sono quasi morta dando la vita a Olympia”.

Per la seconda volta nella sua vita quindi, la Williams si è trovata ad affrontare un problema polmonare: nell’estate del 2010 infatti era stata colpita da un enfisema polmonare piuttosto grave che l’aveva tenuta lontana dai campi per mesi. Inoltre, a causa di una storia clinica di trombi, prendeva anticoagulanti che aveva sospeso in vista della nascita della bimba. Dopo sei giorni di ricovero e di cure, la situazione è migliorata e la Williams è potuta tornata a casa con la sua piccola, anche se ha poi dovuto trascorrere le prime sei settimane a letto.

Ma quello della 23 volte campionessa Slam non è l’unico caso di parto con complicazioni. Non tutte le donne però non sono state privilegiate come lei, che grazie alla disponibilità economica ha potuto contare sulla una delle migliori strutture per assistenza e strumenti. E proprio per questo, Serena ha voluto raccontare la sua storia e portare alla luce un problema che affligge migliori di donne e bambini (soprattutto di colore) in tutto il mondo, non altrettanto fortunati.

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