Un aforisma per Shapovalov

Giocare bene è una cosa, vincere è un altro sport...

Vincere è un altro sport. Chi lo diceva? Sì, lui, Adriano Panatta, che di aforismi tennistici ne ha coniati un bel po’. Giocare e vincere, insomma, non sono la stessa cosa, e il tennis non perde occasione per rimarcarlo, disciplina subdola se ve n’è una. Così, non meraviglia vedere il giovane Shapovalov disperdere in dieci minuti la dote messa da parte in un accanito corpo a corpo di tre ore con Tsonga.

Perso per perso, si era sul 5-3 per il canadese al quinto set, Tsonga ha scelto la strada della leggerezza, dei giochi di prestigio, e Shapovalov si è disconnesso. Ancora peggio è capitato alla croata Fett, avanti 5-1 e 40-15 al terzo con la numero due Wozniacki. Ha fallito due match point è ha perso 36 62 75.

Sinceramente, non verserò lacrime per la Fett, che da molti sento chiamare Boba. Ma su Shapovalov due paroline si possono dire. Se non altro per sottolineare quanto sia lunga la strada dell’apprendistato, anche per un ragazzo-campione, uno che tutti sanno che arriverà dove deve arrivare, presumibilmente lontano. Il tennis tutto uguale di oggi evidenzia percorsi più facili per chi non ha intenzione di scostarsi dalla massa. Il così fan tutti è un’alcova che protegge e conserva. Ma lui ha scelto la strada più complicata, quella di essere come meglio crede, o come gli viene, o come gli va, dunque va sostenuto anche nei momenti di debolezza, tanto più se provocati ad arte da uno come Tsonga, che le trappole le conosce e quando può le usa.

Di buono Shapovalov ha la capacità di imparare da se stesso, dai suoi stati d’animo, anche i più negativi. Difficilmente sbaglia due volte di seguito, basta leggere i risultati della sua prima stagione nel circuito per prenderne atto. Un anno fa, di questi tempi, era ad Happy Valley a giocare un challenger. Sempre in Australia, ma dal lato B, quello di chi non è ammesso nel giro che conta. Ha fatto passi da gigante. E da ieri ha imparato anche il significato di quell’aforisma panattiano. Vincere è un altro Sport. Maledettamente difficile, se quello Sport è stato il diavolo a inventarlo.

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