Puig: “A Porto Rico la vita è ancora un incubo: molti i posti senza acqua e cibo”

Intervista esclusiva a Monica Puig, che racconta quanto sia ancora difficile la vita nel suo paese: "Ci sono persone che vivono senza un tetto, Dio solo sa quanto potranno resistere".

Eri sotto di un set, con un match point da affrontare al tie-break, poi la vittoria al terzo. Quanto è importante vincere una partita di questo livello, soprattutto in termini di fiducia?
“È molto importante per me: è un primo turno del primo Slam dell’anno. Poi ho battuto qualcuna che qui è considerata come un vera eroina, campionessa Slam ed ex numero 4 del mondo. Ho cercato di rimanere concentrata nelle fasi finali del secondo set e sono stata brava a rimontare prendendo le occasioni che mi si sono presentate”.

Ti ricordi quante volte sia capitato nella carriera di girare partite così?
“Penso ci sia riuscita almeno un paio di volte, l’ultima credo sia stata proprio qui all’Australian Open: era il 2016, stavo giocando il secondo turno contro Kristyna Pliskova, lei aveva servito 31 ace in tutto il match, io sono comunque riuscita a vincere 9-7 al terzo. Comunque mi stupisco sempre di come in questi momenti si passi dall’essere ad un punto dalla sconfitta e poi tutto si ribalti fino alla vittoria”.

Come è stata la off season? Ho sentito che c’è stato un intenso periodo di allenamento.
“Ho avuto 7 settimane di preparazione in Florida, è stato qualcosa di piuttosto lungo infatti. Oltre a questo 2 settimane di break totale. È stato molto bello, ho avuto il tempo d prepararmi nella maniera migliore, lavorando sia fisicamente che mentalmente in palestra e in campo. Credo che queste 7 settimane siano state un periodo più che sufficiente per permettermi di tornare dove vorrei essere, lo spero quantomeno. In questo, ho lavorato per 5 settimane mentre nelle ultime 2 ero in campo assieme al mio coach, facendo anche diversi set di allenamento o partite”.

È difficile non toccare l’argomento: quanto ti senti condizionata da quello che avviene nel tuo paese?
“Tanto, con la testa soprattutto sono sempre dietro a pensare a quello che sta succedendo a Porto Rico. La situazione è veramente brutta: tantissime persone hanno bisogno di beni primari come acqua e corrente elettrica. Vorrei poter fare qualsiasi cosa per aiutarli, davvero, ma in questo momento non posso far altro che provare a dare un po’ di sollievo tenendoli nei miei pensieri e dedicando a loro ogni mia vittoria come oggi. È poco, lo so, così come so che ci vorrà davvero tantissimo tempo prima che la situazione possa considerarsi tornata alla normalità. Però devo farlo, voglio mostrare loro tutto il mio supporto. È qualcosa a cui tengo particolarmente”.

È ancora così elevato il numero di persone in grande difficoltà?
“È altissimo, davvero. Non so dirti quale sia il numero esatto di persone o di località convolte, ma so per certo che moltissimi luoghi sono al momento privi dei beni primari, di acqua, corrente elettrica, cibo commestibile. Questa è la mia più grande preoccupazione. So che la capitale, San Juan, così come le località più vicine, sono tornate ad una quasi normalità, ma la situazione nei luoghi più dell’entroterra, nelle città più piccole, è veramente brutta. Lì la vita è veramente un incubo”.

Come è stato il giorno in cui sei stata lì assieme a Maria Sharapova?
“È stato un giorno molto bello, ma soprattutto toccante. Siamo partite con l’idea di dare sostegno a più persone possibili, ma per me era durissima essere normale: non avevo mai visto Porto Rico in quello stato, sono stata travolta da tante emozioni. Andare lì e vedere persone che avevano estremo bisogno d’aiuto, senza speranza, senza nulla ma con solo un’enorme tristezza, per me è stato veramente difficile. Aver potuto dare supporto, distribuire viveri e beni primari in diverse zone del paese assieme a Maria è stato qualcosa che mi ha rasserenato. Io e Maria distribuivano medicine e le persone ci ringraziavano di cuore, parlavano con noi, apprezzavano davvero ogni singolo gesto. È qualcosa che mi ha toccato il cuore e mi ha dato modo di sorridere, anche avendo fatto questo con una persona come Maria, che si è subito mostrata estremamente disponibile quando ne avevo bisogno e ad intraprendere questo viaggio: è stata lei a scrivermi e a decidere di fare questo gesto, ci tengo sempre a ricordarlo. Sono contenta di aver giocato quell’esibizione contro di lei due anni fa, qui in Porto Rico, perché da quel momento lei è rimasta piuttosto legata alla mia terra e quella curiosità ora si manifesta nel tenersi costantemente aggiornata con me su quanto accade”.

Avete in programma di ripetere il viaggio a breve?
“No al momento non abbiamo in programma granché, purtroppo abbiamo una stagione tennistica da affrontare entrambe. Ma ci vediamo spesso nello spogliatoio, ci parliamo, siamo molto in contatto e sono veramente grata per tutto quello che ha fatto per il mio paese, glielo riconoscerò per sempre. Lei ha un posto speciale nel mio cuore per tutto quello che ha fatto e sta facendo ed essere in grado di vedere la persona che è lei veramente è qualcosa di incredibile”.

Per quello che riguarda la tua fondazione, siete ancora impegnati nella raccolta fondi?
“Devo verificare con il mio team che gestisce meglio tutto l’aspetto, però sì credo la raccolta fondi sia ancora aperta. Abbiamo avuto molte idee per decidere come comportarci a questo punto, dove intervenire. Forse ci attiveremo per riparare alcune case, perché Dio solo sa finché le persone potranno vivere con un telone blu come tetto per le proprie case”.

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