Nadal: “Devono capire che non si può continuare a giocare su questi campi”

La conferenza stampa dello spagnolo dopo la sconfitta per ritiro al quinto set nei quarti di finale dell'Australian Open con Marin Cilic: "Chi organizza il tour forse dovrà riflettere per le vite dei giocatori dopo il tennis".

Quanto è grave l’infortunio? Quanto condizionerà il resto della stagione?
Non lo posso dire perché non lo so. È successo dieci minuti fa, non si può sapere.

Cosa hai sentito? Dove è esattamente?
Come ho detto è difficile in questo momento sapere cosa sia, quale muscolo. È successo dieci minuti fa. Difficile capire subito il tipo di infortunio immediatamente. Dobbiamo aspettare un paio d’ore. Domani farò un test, una risonanza, a quel punto sapremo.

Quando hai capito di avere un problema, in che momento, sul due a uno, sul tre a uno?
Mi spiace ma ora non me lo ricordo proprio. Ho iniziato a sentire il muscolo rigido nel terzo set, ma riuscivo a giocare normalmente. Nel quarto, poi, su movimento, credo una palla corta, ho sentito qualcosa. In quel momento ho pensato che fosse successo qualcosa, ma non ho realizzato quanto grave, quanto lo fosse in quell’istante. È successo e bisogna accettarlo.

Deve essere dura per te, considerato quanto hai lavorato per essere qui. La frustrazione deve essere pesante da accettare.
Si, sono momenti difficili, non è la prima volta che un’opportunità mi scappa via così. Sono una persona positiva, e posso esserlo, ma oggi ho perso la chance di essere in semifinale in uno Slam e lottare per un titolo importante. Qui mi è già successo due volte, quindi non posso dire frustrazione, ma dura da accettare, soprattutto dopo il dicembre che ho avuto senza possibilità di cominciare a Dubai e poi a Brisbane. Si ho lavorato duro per essere qui, abbiamo fatto tutto ciò che credevamo fosse giusto per essere pronti. Pensavo di esserlo. Stavo giocando bene. Vero stavo giocando una partita in cui tutto poteva accadere: vincere, perdere, devo essere onesto. Stava giocando benissimo lui, bisogna essere sinceri. Ma io stavo lottando ed ero avanti due set a uno. Niente, devo accettarlo, recuperare, tornare a casa, stare con la mia famiglia e andare avanti. Anche nei momenti duri devo pensare di aver avuto tante cose belle nella mia carriera. È una cosa negativa, ma non devo mettermi a pensare che sia accaduta a me più che ad altri. Ho anche vinto più di tanti altri. Questa è la verità, chissà se non avessi avuto infortuni…

Cosa pensi lui stesse facendo bene?
Servizio, colpiva molto forte da fondo, ottima risposta. Stava giocando aggressivo. Molte cose.

È la coscia o l’anca?
Non lo so, non l’anca, no.

La gamba?
Non posso dirti esattamente il muscolo. È in alto.

Sulla gamba in alto?
In alto sulla gamba. Ma non voglio mentire. Domani farò la risonanza e faremo un comunicato. Capirete che non è il momento di dire cosa accade e cosa no, perché non lo sappiamo e neanche il medico. Meglio aspettare qualche ora. Datemi tempo e domani pomeriggio vi diremo.

Il ginocchio andava bene?
Si, ho giocato tre ore e cinquanta minuti l’altro giorno. Oggi oltre tre ore. Correvo abbastanza bene.

Pensi che sarebbe potuto non succedere se avessi giocato partite al livello del tour, più corte?
Scusa?

Se avessi giocato un torneo con partite più corte per prepararti, come Brisbane.
Difficile da dire, in passato mi è successo due volte giocando tornei di preparazione. Forse avessi potuto lavorare duro come lo scorso anno non sarebbe successo. Ma quest’anno non si poteva, avevo il ginocchio e dovevo fare le cose con calma. Abbiamo lavorato quanto possibile per essere pronti e pensavamo di esserlo. In fondo eravamo nei quarti avendo perso solo un set. La preparazione è andata abbastanza bene. Stavo giocando un buon tennis e lottando per uno Slam.

Il fisioterapista è entrato sul quattro a uno del quarto set. L’hai chiesto in quel momento o prima?
Il game precedente, credo.

È qualcosa che ha a che fare con la superficie, o il momento dell’anno? C’è un motivo per cui qui ti infortuni più che altrove?
No nessun motivo, capita e basta. Non è il momento giusto per me per dirlo. Chi organizza il tour dovrebbe pensare un po’ a cosa sta accadendo. Troppi giocatori si fanno male. Forse dovrebbero pensare alla nostra salute. Non ora che giochiamo, ma dopo, quando c’è una vita oltre il tennis. Non se continueremo a giocare su superfici così dure, sempre di più, cosa accadrà dopo nelle nostre vite.

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