ATP Brisbane, Kyrgios: “Slam a 16 teste di serie? 100% d’accordo”

Nick Kyrgios in conferenza stampa dopo la finale di Brisbane: "Trovare Djokovic in un primo turno Slam? Ok, non c'ho ancora perso". Ryan Harrison: "Quando contava ha sempre giocato meglio".

Nick Kyrgios è molto soddisfatto della sua settimana nel Queensland: “Penso soprattutto al modo in cui mi sono comportato nelle situazioni più complicate: sono rientrato da un set sotto per 3 volte e contro tre grandi avversari. Questo per me vuol dire fiducia non solo a livello fisico ma anche mentale e sono felice di vedere che il lavoro fatto nella off season stia pagando. Lui è entrato in campo dando il massimo, allora cercavo di dirmi di rimanere agganciato che prima o poi le cose sarebbero girate a mio favore. Ho trovato il break con qualche buona risposta e da lì è stato tutto più facile”.

Il 6-4 6-2 ai danni di Ryan Harrison gli ha regalato il quarto titolo in carriera, il primo in Australia: “È una sensazione molto piacevole. Non sapevo di poter giocare qui a causa delle mie condizioni fisiche. Non sapevo che genere di performance avrei avuto dalla mia settimana qui. Come la settimana è andata avanti mi sono sentito sempre meglio e sapevo che oggi sarebbe stata una grande chance. Lui stava giocando bene un po’ tutta la settimana, ma io sono entrato in campo come favorito e ho sentito la pressione. Comunque sì, è veramente bello giocare di fronte al pubblico di casa”.

Adesso testa a Melbourne, dove lo attende il primo Slam stagionale: “Mi sento bene. Anche se avessi perso qui dopo la prima partita avrei comunque preso i lati positivi per la prossima settimana. Adesso devo pensare a recuperare. Domani Fast4Tennis, poi il Tie Break Ten, giusto per tenersi un po’ in allenamento”.

Sulla polemica a fine primo set, Kyrgios ha detto: “Penso che sia strano che io non possa prendere un medical time out per fasciare il ginocchio ma qualcuno possa lasciare il campo per 10 minuti o qualcosa simile sia ragionevole. Non ha senso”.

Durante la premiazione ha citato Matt Reid chiamandolo suo coach. Nella conferenza stampa ha un po’ ritrattato la questione, dicendo: “Reid è una persona molto importante per me. È stato con me negli ultimi 2 anni e mezzo, anche lontano per tanto tempo da casa. Lui prepara le mie racchette, lui fa tutto per me e non prende mai abbastanza credito. Le persone non sanno quanto sia importante lui per me, come per il team di Coppa Davis: se qualcuno vuole colpire qualche palla in più, Reid è disponibile. Qualsiasi cosa tu voglia, lui c’è. Lui mi ha aiutato parecchio negli ultimi 2 anni. Mi consiglia, mi da tattiche… Come devo dire? Lui cerca sempre di mettermi sulla strada giusta”.

A breve torna la Davis contro la Germania, proprio a Brisbane: “Adoro la Davis, lo spirito di squadra, adoro giocare per gli altri. Poi alzi lo sguardo e vedi Lleyton in panchina: lui ama la Davis. Dopo la sconfitta in semifinale dello scorso anno non vedo l’ora di ricominciare. Ho pensato che se fossimo arrivati in finale l’avremmo vinta perché chiunque avrebbe dato qualsiasi cosa per farcela. Penso che siamo pronti, a tutti piace la Davis”.

Infine una battuta a riguardo del ritorno alle 16 teste di serie negli Slam: “Adoro l’idea di tornare a 16 teste di serie. Soprattutto renderà le prime settimane molto più interessanti anche per i big che ora giocano contro avversari tra 70 e 100 e hanno partite molto facili. Anche io potrei avere Novak al primo turno, 100% favorevole: non c’ho ancora perso”.

Ryan Harrison invece la pensa diversamente: “Non sono molto d’accordo con l’idea. Non ha effetto su di me, visto che non sono mai entrato nei discorsi per le teste di serie, ma il tabellone in questo periodo è sempre molto complicato: Murray è numero 17 da domani. Pensate se dovesse rientrare da numero 17 e affrontare Federer al primo turno di uno Slam. Cioè, davvero? Più teste di serie ci sono e meglio è”.

Per quanto riguarda la partita invece ha commentato così: “Avevo cominciato bene, mi ero creato delle occasioni, ma lui è stato bravo a salvarle e poi a capire a poco a poco come stavo giocando. Nei punti importanti ha sempre giocato bene, io potevo prendere il largo all’inizio, ma poi lui ha meritato”. Riconoscendo comunque che quello di Nick “è un livello molto alto, soprattutto per lui giocare in Australia gli porta molte motivazioni. Per noi essere in finale nella prima settimana dell’anno è molto importante, ci porta una spinta in più per l’Australian Open e spero che in futuro potremo giocare ancora delle finali in tornei più importanti”.

Se non altro c’è appunto la bella fiducia dopo una settimana così positiva: “Il primo set è stato molto ben giocato da entrambi. Poteva andare in qualsiasi modo. Io stesso ho giocato ad alto livello, ma nel tennis professionistico capita che tu crei tanto poi l’altro vince la prima palla break e da lì il set è finito. Comunque sono intenzionato a darmi una chance dopo questi risultati per raggiungere i miei obiettivi. Nei precedenti match contro top player mi sentivo un sacco da box preso a pugni, ora invece ho avvertito che il mio livello era più alto, specialmente nel primo set”.

 

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