Torneo di Montecarlo in chiaro scuro per i nostri tennisti: oddio, fino a qualche anno fa, avremmo fatto caroselli per un italiano in semifinale in un masters 1000.In questa nuova epoca per il tennis nostrano, con un Sinner sempre più avviato alla vetta del ranking, ci siamo abituati fin troppo bene e ci si aspetta una vittoria ogni settimana: Jannik comunque non […]
10 Dic 2017 11:52 - Extra
Un anno di tennis, febbraio: il brusio dopo la tempesta
A febbraio spazio alla Coppa Davis e a tornei minori. Si vedono Zverev e Kyrgios, Nadal perde ad Acapulco, Murray vince l'ultimo torneo della sua stagione, Federer regala un giorno di celebrità a Donskoy.
di Roberto Salerno
I giochi d’artificio di Melbourne si placano rapidamente e mentre Federer va in giro coccolandosi la Norman Brooks Challenge Cup gli altri perpetuano l’inutile rito della Coppa Davis, inutile retaggio di un tempo – neanche tanto bello – che fu. L’occasione rimane buona per i movimenti tennistici di seconda o terza fila, che per un week end hanno addosso i riflettori di chi proprio non riesce a fare a meno per qualche giorno di racchetta e pallina. La prematura uscita all’Australian Open induce Djokovic ad aggregarsi a Troicki, giusto il tempo per vedere che molte cose non funzionano, mentre come da tradizione gli altri non ci pensano neanche a farsi vedere. Spazio quindi al solito psicodramma italiano, che in Argentina ci prova in tutti i modi a perdere contro Pella e Berlocq ma alla fine deve arrendersi, a Fognini non riesce l’impresa e supera il buon Guido in cinque set, naturalmente dopo essere stato sotto due set a zero, ci mancherebbe.
Salvato l’italico onore i nostri rimangono in Sudamerica, spostandosi tra Buenos Aires e Rio o arrivando più a nord, a Quito e Acapulco. Lorenzi trova la finale in Ecuador, ma non gli basta neanche il match point, Fognini riesce a perdere contro Robredo, ai tempi numero 550 del mondo, e vince un paio di partite in Brasile tra Rio de Janeiro e San Paolo (per i più precisi: sono tre). Quei tornei li vincono Estrella Burgos (naturalmente Quito), Thiem (a Rio su Carreno Busta), e Pablo Cuevas che a San Paolo vince un’interminabile finale contro Alberto Ramos Vinolas. Da quelle parti il torneo più interessante però è il primo, quello di Buenos Aires, con la splendida vittoria nientemeno che di Alexander Dolgopolov che supera Nishikori con una partita praticamente perfetta.
Si gioca anche in Europa, in Francia, Olanda e Bulgaria, e persino negli USA, tra Memphis e Delray Beach. Tornei buoni per riempire carnieri non di prima linea, anche se il torneo di Rotterdam ha i suoi bravi quarti di nobiltà. In ogni caso Dimitrov vince in casa, a Sofia, Zverev il piccolo a Montpellier, Tsonga fa doppietta tra Rotterdam e Marsiglia, prima contro Goffin e poi contro Pouille. Negli USA c’è il solito infortunio di Raonic, a Delray Beach, in finale contro Sock, e la vittoria di Harrison a Memphis.
La settimana finale di febbraio però si torna a fare parzialmente sul serio, o quantomeno funge da viscere da consultare. A Dubai il re torna a farsi vedere, giusto in tempo per rimediare una clamorosa figuraccia contro Donskoy, l’unico a batterlo nei primi sei mesi di stagione, dopo che Federer ha avuto tre match point, due sul suo servizio, ha servito per il match ed è stato 5-1 nel tiebreak del terzo. Murray annulla sette match point a Kohlschreiber nei quarti e poi vince il torneo ma le notizie serie arrivano dal Messico.
Ad Acapulco infatti Djokovic si trova ad affrontare in successione del Potro, che era tornato a Delray Beach perdendo solo in semi contro Raonic, e Nick Kyrgios, che non aveva mai affrontato prima. Contro delPo Djokovic si trova sotto 4-3 e break nel terzo, ma l’argentino crolla sulla linea del traguardo. Con l’australiano la storia è molto diversa perché Nick gioca un incontro di una solidità impressionante, rifila 25 ace al serbo, e alla fine del secondo set, dopo aver vinto il primo al tiebreak, lo stordisce con una clamorosa serie di 8 punti a zero che chiudono l’incontro. Ma in Messico c’è anche Rafa Nadal, che arriva in finale senza perdere neanche un set ed è strafavorito contro Sam Querrey, anche se non vince un torneo sul cemento da tre anni. Querrey ha eliminato Goffin, Thiem e vinto una semifinale contro Kyrgios in versione Hyde. Nadal vince appena 4 punti sul servizio di Querrey nel primo set e nel secondo non trasforma sei palle break. L’epilogo non può essere che il tiebreak, che Sam vince senza concedere più nulla.
Tutto è pronto per i due mille statunitensi.