L’India contro Maria Sharapova: “Può rischiare fino a 7 anni di carcere”

Maria Sharapova avrebbe prestato il proprio nome ad un progetto edilizio mai realizzato ed ora risulta sotto indagine. L'avvocato Piyush Singh spara alto, più probabile un eventuale rimborso.

Come avevamo accennato qualche settimana fa, in India è in corso una causa legale contro la società Homestead Infrastructure Development che aveva promosso nel 2012 un lussuoso progetto edilizio mai portato a termine nonostante i soldi riscossi da numerosi clienti. Tra le persone coinvolte in questa che viene considerata come una vera associazione a delinquere pare esserci anche Maria Sharapova, tornata quest’anno all’attività agonistica dopo una squalifica di 15 mesi per assunzione di una sostanza proibita.

L’esistenza di una denuncia nei confronti della Sharapova è stata confermata oggi all’ANSA dall’avvocato Piyush Singh, rappresentante di un’acquirente che ha versato al costruttore 4,3 milioni di rupie (oltre 56.000 euro) per un appartamento in un grattacielo a Gurugram
(a sud di New Delhi), denominato ‘Ballett by Sharapova’, che doveva essere consegnato lo scorso anno, ma che in realtà non esiste. “La Shaparova – ha spiegato l’avvocato Singh – non ha solo svolto le funzioni di testimonial del progetto, ma ha garantito che in esso sarebbe stata integrata una ‘Accademia mondiale di tennis’ da lei diretta. E questa promessa ha convinto molti clienti a versare il cospicuo anticipo”.

La società costruttrice, ha proseguito, “si è limitata a svolgere solo alcuni lavori preliminari nella zona destinata all’edificio, ma nulla più”. “Non è affatto in bancarotta – ha ancora detto – ma tutti i dipendenti hanno ricevuto l’ordine tassativo di tacere e i telefoni
restano muti”. Per quanto riguarda la trentenne tennista, di cui è nota la prolifica
attività commerciale accanto a quella agonistica, secondo il legale “se l’accusa di truffa e associazione per delinquere sarà riconosciuta, è prevista dal codice penale indiano una pena massima di sette anni di carcere”.

Eppure, ancora una volta, non vengono chiarite alcune parti che potrebbero invece risultare fondamentali. È vero che Sharapova è stata direttamente coinvolta nel progetto? A conti fatti, non si avevano neppure le firme della russa a prestare il proprio nome sui progetti della società indagata. La richiesta di 7 anni, in ogni caso, appare eccessiva. Molto probabilmente sì fa riferimento alla pena massima come strategia per garantirsi almeno un cospicuo rimborso economico e chiudere la vicenda.

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