Wimbledon, Federer: “Ero nervoso, ma non so perchè…”

Lo svizzero parla dopo il match, un pò incerto, di secondo turno.

D. Ovviamente un primo set difficile. Puoi raccontarci il match e come lo hai gestito?

ROGER FEDERER: Beh, sì, come hai detto, ho dovuto lottare fin da subito. Mi sentivo nervoso per qualche motivo. Non so perché. Ma sono riuscito a rientrare nel set togliendogli il servizio sul 2-0. Penso sia stato importante per me. Già, penso che sui campi si stesse giocando abbastanza velocemente oggi a causa del caldo. Poi ho giocato un gran tie-break. Da lì in poi penso di non essermi più guardato indietro. Ho fatto il break subito sia nel secondo che nel terzo set e sono stato in grado di difendere ottimamente i miei turni di servizio. Non ha mai davvero trovato il modo di entrare sui miei game al servizio né sulla prima né sulla seconda. Questo ti rilassa ovviamente e puoi concentrarti maggiormente sui game in risposta.

D. Al prossimo turno Mischa, contro cui hai avuto molti successi in passato, specialmente su erba. Immagino ti dia molta fiducia. Può essere un cliente difficile su questa superficie e non darti molto tempo. Come ti prepari per questo tipo di match? Ti alleni diversamente per questo stile di gioco?

ROGER FEDERER: Sì, guarda, gli scambi saranno completamente diversi. L’ho affrontato più volte e ha giocato in modo diverso ogni volta. In Australia ha giocato molto vicino sulla seconda cercando di attaccarmi alla prima occasione utile; mentre ad Halle ha giocato un po’ più da dietro, che è molto insolito sull’erba. Soprattutto sulla seconda, non ricordo se lo avesse fatto anche sulla prima, potrebbe, penso di sì. Quindi non so bene cosa aspettarmi dalla partita di sabato. Ma, sì, dato che gioca il serve and volley, i punti saranno giocati in modo molto diverso. Domani ed il giorno successivo mi allenerò e riscalderò contro giocatori mancini. Penso sia sempre la fase più importante quando si gioca contro un avversario mancino, tutti quei servizi slice, il servizio in kick, specialmente riabituarsi alla risposta è la cosa più importante. Sui tuoi giochi di servizio sei più responsabile di solito, quindi lì è davvero solo una cosa psicologica, abituarsi ad un mancino.

D. Puoi dirci cosa trovi più impegnativo del tour? La competizione, le sfide, i viaggi?

ROGER FEDERER: Sì, credo che sia la competizione. Anche oggi quando stavo scendendo in campo mi dicevo, oh, un’altra partita in cui mi sento nervoso. Non mi piace. Ma è così. Andrà meglio quando sarò là fuori. Ci è voluto un po’ per sbarazzarmi del nervosismo. Quando sono nervoso penso sempre a quanto ci tenga a tutto questo, ed è una cosa fantastica. Quando ti stai solo allenando non sei mai nervoso, perché non ti importa se fallisci break point, giochi male, o qualsiasi cosa. Finché ti alleni bene, tutto dovrebbe andare bene. Alla fine inizia a mancarti, il nervosismo della competizione, ma anche solo il vedere i miei colleghi giocatori, gli amici sul tour, e le tante persone che ci sono dietro, gli organizzatori dei torneo, i tornei stessi, i fans, e le cose che hai detto.

D. Posso solo farti un’altra domanda per tornare al nervosismo che hai provato ad inizio match? Forse era più forte di quello che provi normalmente? È forse perché hai investito così tanto, suppongo anche emotivamente, in questa stagione su erba e in questo Wimbledon?

ROGER FEDERER: Non credo. Era decisamente più forte del normale, ma non a causa della seconda cosa che hai detto. Penso sia iniziato tutto improvvisamente mentre stavo camminando verso lo spogliatoio dopo il riscaldamento e mi sentivo semplicemente emozionato e nervoso. Poi quando sono sceso in campo era ancora lì, e dopo il riscaldamento ancora. Sotto 1-0, 0-40, era ancora lì, e c’era ancora sul 7-6 nel primo set. È bastato però un po’ di tempo per scuotermi, onestamente. Ma non ero affatto nervoso per il primo turno. Quindi penso che mi sentirò ancora meglio già nel terzo turno. È strano come a volte si possa essere più nervosi per un secondo turno che, ad esempio, per una finale, che ci si creda o no. Dipende da come ci si sveglia il giorno stesso, e sono felice di aver affrontato questa sensazione in questo modo, perché in un certo senso è strano giocare quando sei così teso. Tuttavia non hai niente da perdere e, come dico a me stesso, devi giocare semplicemente sciolto. Ma non è così semplice, una volta uscito là fuori.

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