Bacsinszky: “Non ho rimpianti perché le ho davvero provate tutte”

L'intervista a Timea Bacsinszky dopo la sconfitta contro Jelena Ostapenko nella prima semifinale del Roland Garros: "Peccato per il primo set".

Innanzitutto tanti auguri.
Grazie.

Hai dato battaglia fino all’ultimo in campo. Quali sono stati i tuoi pensieri? E l’infortunio che avevi ti ha dato fastidio?
Ho rimpianti solo per un aspetto della partita, ovvero per le occasioni non sfruttate nel primo set. Insomma, ho creato delle opportunità, ma dall’altro lato della rete c’era una giocatrice che sapeva difendersi bene da ciò che proponevo. In ogni caso non ho mai smesso di lottare fino alla fine, anche se lei [Ostapenko ndr] ha preso più righe di quanto mi aspettassi (sorride). I problemi che ho avuto non erano un vero e proprio infortunio, ma semplice stanchezza muscolare alla gamba destra. Mi dava problemi al servizio e sul dritto in allungo.

È la prima volta che hai giocato con Ostapenko. Quando giochi con una che tira così speri solamente che sia lei a sbagliare molto, o ci sono aggiustamenti tattici che hanno avuto successo? O alla fine della giornata, se lei gioca così bene, ti limiti a dire “troppo per me”?
Ho provato molte cose diverse. Prima ho tirato piano per aspettare una palla più corta ed attaccarla in quel momento. Mi sono affidata alla palla corte, ovviamente, e ai back per cercare di chiamarla a rete, dove lei non eccelle. Tuttavia il livello dei suoi attacchi era davvero impressionante e ho ancora dovuto cambiare strategia. Ho provato a giocare profondo, ma sembrava non darle fastidio, mentre quando era lei a farlo andavo spesso in difficoltà. All’inizio del tiebreak ha aperto con un dritto vincente sulla riga e io pensavo “dammi un po di tregua!”. Non ho rimpianti perché le ho davvero provate tutte.

Hai visto la T-shirt di Petra Kvitova, con sole tre parole scritte sopra. Se dovessi riassumere il tuo Roland Garros 2017 con tre parole quali sarebbero?
Solo tre? Sono pochissime! Comunque la prima sarebbe “privilegiata”, che è una parola molto forte per me. “Senza limiti [Limitless ndr]”, che è come provo ad essere ogni giorno. L’ultima è “amore” per questa città, per il torneo, per le persone e per molte altre cose.

Come ti senti pensando al tuo futuro?
Ad essere sincera, quando ho perso in semifinale due anni fa ho pensato molto. Ho pensato che magari avevo perso un’occasione che capita una volta nella vita ed ero davvero delusa. Non che oggi non lo sia, ma guardo le cose da una prospettiva diversa. Non pensavo che sarei arrivata a giocarmi un’altra semifinale e il fatto di esserci riuscita mi servirà per aumentare la mia autostima e consapevolezza. Sapere quindi che è sempre possibile migliorare e migliorarsi. I miei modelli sono Roger [Federer ndr] e Stan [Wawrinka]. Alla loro età sono ancora straordinari e vedremo se magari Roger arriverà a vincere il diciannovesimo Slam. In ogni caso, penso di avere ancora altri anni davanti per fare ciò che mi rende felice.

Cosa pensi della tua avversaria di oggi?
È davvero in forma atleticamente. Prima non lo era così tanto, ma soprattutto la cosa che colpisce è la sua capacità di leggere la traiettoria della palla. Questo le permette di colpire la palla in anticipo, mettendo i piedi dentro al campo. Anche fisicamente è cresciuta ancora il che le da la possibilità di imprimere grande pesantezza alle sue traiettorie. Inoltre non ha alcun timore reverenziale, è anche sfacciata, per dirla così. Io non posso più provare questa sensazione, anche se nel 2015 mi sentivo diversa, la sorpresa che fa l’exploit. È bello giocare in doppio con lei, perché è davvero affascinante vedere come impatta la pallina. Lei mi fa sempre i complimenti per i miei drop shot, ma la maggior parte del lavoro lo fa lei.

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