Zverev è già fuori, Murray cede un set

Subito al capolinea il Roland Garros di Alexander Zverev: finisce KO contro Fernando Verdasco. Andy Murray cede un set, ma passa facilmente su Andrey Kuznetsov.

F. Verdasco b. [9] A. Zverev 6-4 3-6 6-4 6-2 (Cristina Pozzoli)

Dopo la vittoria agli Internazionali di Roma che l’hanno proiettato al decimo posto della classifica ATP, Alexander Zverev fallisce un test importante contro Fernando Verdasco cedendo in due set nella continuazione dell’incontro sospeso ieri sera per oscurità sul punteggio di un set pari. Verdasco è un giocatore esperto a suo agio sulla terra battuta e fa la sua partita senza sbavature mentre Zverev paga un atteggiamento troppo passivo, incapace di reagire davanti a situazioni di gioco sfavorevoli e complicate. Con due parziali già conclusi l’incontro si disputa due su tre, condizione che favorisce lo spagnolo, sceso in campo ieri sera molto centrato all’inizio e poi calato nel secondo set al contrario del tedesco partito contratto e molto falloso e poi più presente.

Anche oggi non si assiste ad un grande spettacolo, entrambi alternano errori a giocate pregevoli con i rispettivi punti di forza: dritto inside-out per lo spagnolo e accelerazioni improvvise di rovescio per il tedesco. Il campione di Roma, lontano metri dalla riga di fondo, non riesce ad incidere in risposta ma nel terzo game Verdasco gli da una mano e vanifica un vantaggio di 40-15 cedendo il servizio alla seconda palla brak che il tedesco si procura con un passante di dritto e poi trasforma con un gran dritto lungo linea. La continuità però continua a latitare e nel game successivo è Zverev ad annullare quattro palle break salvandosi alla fine con un ace di seconda e una prima ad uscire che Verdasco non riesce a controllare. Il servizio però non lo assiste e nel sesto game subisce il controbreak.

Tra i due è Verdasco a macinare più gioco, completa la rimonta, tiene il successivo turno di battuta e poi finisce l’opera nel decimo game aiutato dal tedesco che con un gravissimo errore di dritto sul 15-30 gli regala due set point cedendo set e servizio con l’ennesimo errore di rovescio. La svolta della partita arriva in apertura del secondo parziale (il quarto dell’incontro) ed è Verdasco a segnarla. Nel primo game lo spagnolo salva una pericolosissima palla break con un miracolo di rovescio e poi in totale fiducia mette a segno il break e sale 3-0, complice Zverev troppo passivo e nervoso. Incapace di trovare soluzioni alternative, il tedesco è in balia del dritto di Verdasco, sparisce dal campo e cede ancora il servizio malamente nell’ottavo game mandando lo spagnolo a giocarsi il secondo turno contro Pierre-Hugues Herbert.

[1] A. Murray b. An. Kuznetsov 6-4 4-6 6-2 6-0 (Aldo Cutaia)

Scende in campo il numero 1 del mondo Andy Murray, che oggi esordirà contro Andrey Kuznetsov. Lo scozzese, alla ricerca di certezze, dovrà stare attento a non lasciarsi buttare fuori dal campo dalla violenza dei colpi piatti del russo.

Inizio pessimo di Murray che è costretto subito a recuperare un game da 0-40. Il britannico si salva, ma sembra che Kuznetsov abbia già in mente che partita giocare. Nel sesto game, il russo è tradito dalle sue traiettorie rischiose, sempre in spinta e con poca rotazione. Incappa in qualche errore di troppo e cede il break all’avversario. Murray amministra più o meno agevolmente, fino al momento di chiudere il set, dove qualcosa si guasta. Ecco quindi che Kuznetsov rientra momentaneamente nel set, solo per poi cederlo in un batter d’occhio nel game successivo, perdendo il servizio a 0. 6-4 per lo scozzese.

Il secondo parziale riprende da dove era finito il primo, ovvero con Murray che non produce gioco, ma si nutre degli errori dell’avversario. Ecco che però Kuznetsov inizia a sbagliare di meno con il risultato di sballottare lo scozzese da un lato all’altro del campo. Subito break in apertura per il russo, che però lo restituisce all’istante. È solo questione di tempo, poiché Murray perde il servizio per ben due volte, passando troppo tempo in fase difensiva. Qualcosa si sveglia nello scozzese nel game di risposta del 5-2, in cui torna a rispondere con i piedi ben piantati sulla riga e a disegnare risposte imprendibili con ottimo timing. Impiega davvero poco a strappare il servizio al russo, che a questo livello non può di certo tenere il ritmo. È però un fuoco di paglia, perché sul 5-4, stavolta Kuznetsov non si distrae e torna a comandare gli scambi con Murray stabilmente fuori dal campo, che non riesce a rimandare ancora l’epilogo del set. 6-4 Kuznetsov.

Impietoso il conto dei vincenti con il dritto finora: tre di Murray, contro i quattordici del russo. Lo scozzese, tuttavia, sembra non aver più voglia di soffrire sulla difensiva e ripropone quanto di buono fatto vedere nella mini-rimonta del secondo set. È evidente come il russo non riesca a contenere le risposte aggressive di Murray, ne sia in grado di reggerne il livello atletico di gioco. Lo scozzese sale agevolmente sul 4-1 e nel sesto game, manca di poco un altro break. La resistenza di Kuznetsov è in ogni caso fiaccata e Murray chiude il set 6-2. Nel quarto set il russo si gioca veramente solo il primo game, in risposta, in cui arriva ai vantaggi, ma lo scozzese lo ricaccia indietro. Da lì in poi è solo passerella per il numero 1 del mondo, contro un avversario ormai visibilmente stanco fisicamente e mentalmente. Murray non concede neanche un game all’avversario, chiudendo il set 6-0 con una risposta vincente di dritto.

Discreto match del finalista dell’anno scorso, che è riuscito a rimediare ad un inizio di match balbettante. Ha iniziato con un atteggiamento molto conservativo, per poi ritrovare parzialmente la sua aggressività in risposta, costretto da un avversario, che ha spinto finché ne ha avuto occasione. Primo turno molto più semplice rispetto allo scorso anno, quando era stato costretto agli straordinari dall’arrembante Radek Stepanek, ma la portata dell’impegno cambierà profondamente nel turno successivo. Dovrà infatti incrociare le racchette con Martin Klizan, l’imprevedibile slovacco, che piano certamente non tira.

 

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