ATP Roma: Djokovic-del Potro ai quarti, Wawrinka e Nishikori salutano il Foro

Djokovic e del Potro ai quarti di finale del Masters 1000 di Roma. Stan Wawrinka eliminato da John Isner. Ai quarti anche Cilic e Raonic.

J.M. del Potro b. [7] K. Nishikori 7-6(4) 6-3 (dal nostro inviato Roberto Salerno)
Alla fine delle partite uno speaker più o meno improvvisato, tale e quale potete trovare in qualsiasi balera o ristorante senza pretese d’Italia, invita il pubblico a tributare il giusto riconoscimento al vincitore e al vinto. Bene, l’applauso che ha preso Nishikori a fine match era strameritato, perché il giapponese ha regalato al pubblico la partita. Il giapponese è stato infatti il perfetto sparring partner di del Potro, eletto immediatamente beniamino del Foro. Palito ha fatto finta di faticare ma il vero protagonista è stato Nihikori, che ha dissipato tutto il dissipabile. Ha cominciato mandando immediatamente avanti l’argentino, lo ha ripreso stordendolo con un parziale di 11 punti a 1 tra il settimo e il nono gioco e sul 5-4, 15-30 servizio del Potro ha rimandato avanti l’argentino che ha potuto servire per il set senza neanche capire come. La resa del servizio di del Potro era decisamente insufficiente, visto che l’argentino non raggiungeva il 50% di prime e con la seconda rimaneva sotto il 35% ma questo non era sufficiente, perché il dritto di Nishikori concedeva i soliti regali. Così ha dovuto pensarci da solo delPo a trascinare il giapponese al tibreak, chiudendo uno scellerato dodicesimo game, più scellerato del solito diciamo, con un doppio fallo. Il tiebreak ha riprodotto l’andamento del set anche se Nishikori non è mai stato avanti. Del Potro ha cominciato col minibreak, ma poi metteva in campo una prima su quattro, cosa che faceva girare i due sul 3 pari. Sul 4 pari Nishikori sbagliava il solito dritto e stavolta del Potro, non foss’altro che per il calco delle probabilità, non poteva proprio evitare di chiudere col proprio servizio.

Secondo set con del Potro che sembrava muoversi abbastanza male, del resto ci ha ricordato i giorni scorsi quanto poco preparato fosse per questo torneo, e quindi sembrava che al buon Kei potesse bastare muoverlo un po’, considerato che la prima di Palito continuava a stentare. Invece nel quarto game a Nishikori riusciva un altro disastro, sbagliiava persino col rovescio e a quel punto del Potro non poteva proprio esimersi. Inutile persino il brivido dell’ottavo game quando sul 40 pari del Potro finiva disteso per terra, cosa che forse distraeva Nishikori, che tirava in rete l’ennesimo dritto, perché il match point veniva fallito di un soffio costringendo un disgustato Nishikori a giocare per altri 5 minuti.
Rimane che Nishikori, a parte i problemi fisici, ha mostrato delle lacune col dritto che chissà se riuscirà a risolvere. Il giapponese riesce spesso a tenere il controllo dello scambio, per vanificare tutto con questi assurdi colpi che finiscono ben sotto il nastro. Quello che preoccupa è appunto che sembra proprio un involuzione tecnica del giapponese. Se ci mettiamo che non è sembrato neanche troppo lucido tatticamente ci si rende conto facilmente delle difficoltà di Kei.
Bravo del Potro, certo, ma con Djokovic, anche questo Djokovic, non basterà. Per non parlare di Nadal.

[2] N. Djokovic b. R. Bautista Agut 6-4 6-4 (dal nostro inviato, Fabrizio Fidecaro)

È un Novak Djokovic in crescita quello visto oggi battere con un doppio 64 Roberto Bautista Agut. Il serbo ha espresso un livello migliore anche solo rispetto a due giorni fa, quando, all’esordio negli Internazionali, si era imposto su Aljaz Bedene. Bautista, attuale numero 20 ATP, rappresentava un test più probante rispetto allo sloveno-britannico e possiamo dire che Nole lo ha superato con buone votazioni.

Nel primo set il break decisivo è giunto al settimo game, dopo di che il tennista di Belgrado ha annullato una palla dell’aggancio nell’ottavo e chiuso in relativa scioltezza. Più emozionante il secondo parziale, nel quale Djokovic, strappata la battuta all’avversario già sull’uno pari, pareva avviato verso una rapida affermazione. Lo spagnolo, invece, ha reagito con orgoglio e, sostenuto da un diritto inside out in grande spolvero capace di mettere spesso in difficoltà il rivale, ha messo a segno il controbreak nel sesto gioco, salendo subito dopo sul 4-3.
A decidere l’esito del match è stato un interminabile nono game, in cui Bautista, dopo aver mancato una chance per tenere il servizio, ha annullato tre palle break arrendendosi infine alla quarta, al termine di uno scambio in apnea concluso da un rovescio lungolinea vincente di Nole, con leggera deviazione del nastro, comunque non determinante.

Il numero 2 del mondo ha chiuso la pratica sulla propria battuta, al secondo matchpoint, con un diritto imprendibile che ha “baciato” la riga esterna. Poi, salutato con cordialità l’iberico, è andato in mezzo al campo a prendersi l’ovazione del centrale, dirigendola da par suo, con una serie di inchini nelle quattro direzioni da vero showman. E già durante l’incontro non erano mancati gesti di ricerca della carica dei suoi tifosi, a testimonianza del feeling con Roma ma anche di un umore in crescita. Insomma, il match odierno ha confermato che pian piano Djokovic sta tornando ad avvicinarsi al top della condizione. Lo smalto non sarà ancora quello dei giorni migliori, ma di certo il campione del Roland Garros venderà cara la pelle per non farsi scalzare dal trono parigino. Intanto, a Roma, affronterà nei quarti il vincente della sfida tra Kei Nishikori e Juan Martin Del Potro.

J. Isner b. [3] S. Wawrinka 7-6(1) 6-4 (Cristina Pozzoli)

Vittoria molto convincente per John Isner che in un’ora e venticinque minuti batte Stan Wawrinka fornendo una prestazione convincente, devastante al servizio e capace di ottimizzare con ottime giocate le occasioni avute e molto solido nei momenti in cui si è trovato in pericolo. Curiosamente, dei tre precedenti giocati, molto datati, lo statunitense si era aggiudicato anche l’unica sfida giocata sulla terra portando così a tre le sue affermazioni contro Wawrinka, vittorioso solo una volta.

La partita si apre senza giocare, prima Isner e poi Wawrinka tengono il servizio a zero ed è ancora più evidente di quanto si potesse immaginare che sarà questa la chiave della partita. Il problema infatti è trovare la risposta e il primo a farlo è lo svizzero che nel terzo game riesce a far partire lo scambio e sfrutta subito un errore di dritto di Isner in uscita dal servizio e poi manovra bene da fondo aprendosi il campo e andando a segno con due dritti vincenti. Neanche il tempo di pensare a come giocare le due palle break che Isner serve tre ace inframezzati da una coraggiosa volèee e si salva. Per il resto del parziale si segnalano ace e prime vincenti da parte di entrambi, qualche angolo impossibile che Isner trova con il dritto, le consuete incursioni dello svizzero con il rovescio lungo linea e si arriva al tie-break. Dopo aver visto pochi punti sul servizio dello svizzero, Isner trova la risposta nel momento più importante e con due vincenti di dritto sale 3-0 confermando i due minibreak con due ace. Dal 5-0 al 7-1 il passo è breve e il primo set, frutto di 15 vincenti (tra cui 8 ace) e solo 5 errori non forzati accompagnati dall’84% di punti con la prima e dal 75% con la seconda, è di marca statunitense.

Il secondo parziale inizia con qualche difficoltà in più per Wawrinka che nel primo game si trova costretto a difendere il servizio ai vantaggi. Da parte sua Isner invece continua a far salire lo score degli ace piazzandone tre. Superata la frustrazione iniziale, Wawrinka tiene agevolmente il successivo servizio e si va avanti senza giocare proprio sul servizio di Isner e poco su quello dello svizzero. Nel sesto game Wawrinka trova il primo punto con una fortunosa risposta che cade sulla riga, si carica, chiama il pubblico a sostenerlo e si procura una palla break che Isner annulla coraggiosamente scendendo a rete dopo la seconda. Lo statunitense alterna regali quando serve da destra con i quali offre altre due palle break e servizi vincenti o ace da sinistra con cui le salva finchè non trova due gran prime consecutive e tiene il servizio. Il copione prevede che le occasioni sprecate si paghino care e nel game successivo lo svizzero smarrisce la prima, Isner trova bene il tempo in risposta e gli strappa il servizio consolidando subito il break. Ancora reattivo sulla battuta dello svizzero, Isner sale 40-15 con due match point ma l’altro piazza tre prime vincenti e passa la palla a “Long John” che chiude il match con due ace e due prime che Wawrinka riesce solo a toccare. Per la prima volta in carriera ai quarti di finale a Roma, Isner si giocherà un posto in semifinale contro Marin Cilic.
[5] M. Raonic b. [12] T. Berdych 6-3 6-2(Salvatore De Simone)
Milos Raonic e Thomas Berdych sono due tennisti che hanno molto in comune dal punto di vista del gioco: entrambi possiedono un servizio esplosivo, un diritto devastante e nonostante la mole non indifferente una discreta capacità di spostarsi nel campo; inoltre non se la cavano troppo male quando e se hanno voglia di andare a rete, seppur non certamente con la grazia di un Edberg; entrambi non si trovano a proprio agio sul rosso per via delle caratteristiche tecniche e non a caso hanno raggiunto la finale slam solo una volta a Wimbledon. Infine tutti e due avrebbero potuto magari fare di più nel corso della loro carriera ma non sono stati in grado di fare fino in fondo il gran salto nonostante i comunque buoni risultati. Con una differenza da rimarcare però: mentre il candese finora è venuto meno in molti grandi appuntamenti a causa dei perpetui malanni fisici, il ceco al contrario ha spesso dimostrato una scarsa concentrazione e volontà mentale nei momenti importanti. Lo si è visto anche oggi al Foro italico nel match appena concluso in cui Raonic ha demolito l’avversario senza troppi problemi.

L’equilibrio è durato solo per i primi sette games (dove in ogni caso il canadese aveva dato un po’ più di fastidio nei turni di risposta); ma all’ottavo gioco Milos ha tirato fuori un gran rovescio vincente sul 30-30 e dopo un non imprevedibile doppio fallo di Berdych è andato a servire per il set conquistandolo mantenendo la battuta a zero e chiudendo con un ace, suo marchio di fabbrica.

Nel secondo parziale il break a favore del canadese è arrivato ancora prima sul 1-1 dopo un diritto lungo di Berdych. La partita è finita qui perché si era capito che il ceco ormai gia pensava di andare negli spogliatoi mettendo in corridoio un rovescio che ha portato il doppio vantaggio all’avversario; il quale non si è fatto pregare e con un diritto vincente ha incamerato set e match.

Ottima prova di Raonic mentre ennesima prestazione deludente del solito Berdych che oggi ha mandato in campo il proprio fantasma, come spesso gli è capitato in passato e, possiamo giurarci, gli capiterà in futuro in mezzo a qualche exploit che comunque non gli darà la gloria che avrebbe potuto magari avere se avesse tenuto un po’ più di mentalità vincente.

[6] M. Cilic b. [9] D. Goffin 6-3 6-4(Cristina Pozzoli)

Marin Cilic batte David Goffin e raggiunge i quarti di finale a Roma per la seconda volta in carriera dopo il 2011 quando fu sconfitto da Rafa Nadal. I due si sfidano per la quinta volta con il belga che comanda 3-1 nei precedenti, tutti disputati nel 2016, e vincitore dell’unico confronto disputato sulla terra al primo turno del World Group di Coppa Davis in quattro set. La vittoria di Cilic, molto determinato e aggressivo, è però in parte figlia delle precarie condizioni fisiche di Goffin che paga le lunghe lotte al terzo sostenute contro Verdasco e Bellucci nei due turni precedenti.

Pronti via, e Cilic sale 3-0 con un break mettendo in campo servizi e dritti pesantissimi sui quali Goffin non riesce a giocare con il suo proverbiale anticipo. Cilic ha le idee ben chiare su quello che deve fare ed infatti, pur commettendo qualche errore, cerca sempre di mettere pressione sul belga in modo da non farsi incastrare in lunghi scambi. La tattica paga bene, Goffin non riesce a trovare angolazioni e Cilic si procura altre quattro palle del doppio break nel quarto game. In qualche modo Goffin riesce a salvarsi ma le sue difficoltà continuano mentre Cilic prende sempre più fiducia al servizio e, a parte qualche risposta fulimnante del belga sulla quale si fa trovare impreparato, concede poco o niente e quando si trova in situazioni di pericolo, come sulla palla break offerta nell’ottavo game, trova sempre prime palle o seconde travestite da prime con cui si toglie dagli impicci. Con il break di vantaggio, Cilic chiude il primo parziale 6-3 trasformando il set point con una palla corta perfetta.
La seconda frazione si apre in seguito ad una breve interruzione chiesta da Goffin per un risentimento inguinale. Dopo l’intervento del fisioterapista e del medico, il gioco ricomincia con i servizi a scandire i primi game anche se, da fondo, Goffin continua ad avere qualche problema negli spostamenti mentre Cilic tiene bene gli scambi riuscendo a prendere sempre più campo. Il break in suo favore arriva nel quinto game, molto bravo ad approfittare delle seconde leggere del belga per aggredirlo subito in risposta prendendo in mano il ed andando a segno con il dritto. Goffin riesce a rimanere attaccato alla partita nel successivo turno di battuta e poi, come spesso gli accade, il braccio trema a Cilic che restituisce il servizio nell’ottavo game con due errori di dritto e altri due imperdonabili sotto rete. Il belga però, sempre in difficoltà fisicamente, non riesce ad approfittarne e restituisce subito il regalo. Chiamato a servire per il match, questa volta Cilic rimane concentrato e solido e non fallisce l’appuntamento con i quarti di finale nei quali sfiderà il vincitore del match tra Stan Wawrinka e John Isner.
Risultati

[16] A. Zverev b. F. Fognini 6-3 6-3
[5] M. Raonic b. [12] T. Berdych 6-3 6-2
J. Isner b. [3] S. Wawrinka 7-6(1) 6-4
[6] M. Cilic b. [9] D. Goffin 6-3 6-4
[8] D. Thiem b. S. Querrey 3-6 6-3 7-6(7)
[4] R. Nadal b. [13] J. Sock 6-3 6-4
J.M. del Potro b. [7] K. Nishikori 7-6(4) 6-3
[2] N. Djokovic b. R. Bautista Agut 6-4 6-4

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