ATP: Nadal, occhi sul numero 1 (dopo Wimbledon)

Il rendimento di Andy Murray (e Novak Djokovic) è molto sotto alle aspettative: quello che sembrava impossibile ad inizio anno potrebbe manifestarsi già tra un mese.

Non sono neppure passati cinque mesi del 2017 e già si sta materializzando concretamente la possibilità di un cambio al vertice ATP, cosa che sembrava impossibile quando a fine del 2016 Andy Murray veleggiava con 12410 punti e Novak Djokovic inseguiva con 11780 mentre gli altri big avevano distacchi abissali: Rafael Nadal si trovava nono, con 3300 punti, Roger Federer addirittura diciassettesimo con appena 2130 punti.

Il problema dello scozzese non poteva essere il serbo, che nei primi mesi del 2016 aveva vinto tutto ad eccezione di Monte Carlo, dunque non poteva guadagnare ma solo sperare che il coetaneo perdesse terreno (e lui ripetere ogni singolo successo, cosa complicata vista la sua condizione da dopo il Roland Garros 2016). In più, questa condizione faceva sì che la sua leadership potesse durare per lungo tempo. Tutte le ipotesi però sono state stravolte da un 2017 che fino ad ora si è rivelato essere un anno molto simile al biennio 2006-2007, dove a dominare erano Federer e Nadal, Nadal e Federer. Tutti i grandi tornei erano roba loro, nella fase forse più importante della loro rivalità che, adesso non ci sono più molti dubbi, passerà alla storia.

Mentre lo svizzero, in questa stagione così anomala, conquistava il diciottesimo Slam a Melbourne e completava la doppietta tra Indian Wells e Miami, lo spagnolo raggiungeva la finale in Australia e la finale a Miami, prima di tornare cannibale sulla terra rossa ed infilare la sua tripletta tra Monte Carlo, Madrid e Barcellona. Il primo ha collezionato 4000 punti da inizio stagione solo grazie a quei tre titoli, il secondo “appena” 2500 con gli altri tre, a cui però vanno aggiunti vari piazzamenti che l’hanno portato ad essere leader della classifica Race con 4915 punti davanti proprio all’elvetico con 4045.

Si sono ribaltati i giochi di forza, almeno in questa prima fase: tre titoli a testa per i due, appena uno a testa per Djokovic (Doha, ATP 250) e Murray (Dubai, ATP 500). Il problema, poi, è che nello Slam down-under hanno fatto male/malissimo venendo eliminati prima dei quarti di finale da avversari divenuti “eroi” per un giorno e fin lì insospettabili protagonisti come Denis Istomin e Mischa Zverev. Poi ancora ad Indian Wells, con lo scozzese subito eliminato ed il serbo una partita dopo, agli ottavi. Un nuovo zero per entrambi a Miami, altre due eliminazioni piuttosto precoci a Monte Carlo (agli ottavi Murray, ai quarti Djokovic). Il serbo ha trovato qualche bel risultato tra Madrid e Roma, ma ormai questo periodo magro ha permesso ad entrambi di recuperare tantissimo terreno.

Dunque ad oggi, una settimana prima di Parigi, parte il primo vero ragionamento su un possibile cambio al vertice ATP. Saranno in 5 a giocarsi il posto fino a Wimbledon, con un favorito: Nadal. Si gioca sui punti che scaleranno dal secondo al terzo Slam stagionale e lo spagnolo perderà solo 90 punti a fronte dei 3800 di Murray e dei 2090 di Djokovic. Anche Stan Wawrinka e Federer rientrano nella corsa, ma sono due casi diversi perché il primo dovrà fare un ottimo Wimbledon (e non è scontato visto che è l’unico Slam dove non è mai arrivato in semfinale) ed il connazionale non parteciperà al Roland Garros.

Il ranking ufficiale live, al 27 di maggio, dice:

  1. Andy Murray 10370
  2. Novak Djokovic 7445
  3. Stan Wawrinka 5595
  4. Rafael Nadal 5375
  5. Roger Federer 5035

Senza i punti raccolti nel 2016 tra Parigi e Wimbledon la situazione diventa:

  1. Andy Murray 6670 (-3700)
  2. Novak Djokovic 5355 (-2090)
  3. Rafael Nadal 5285 (-90)
  4. Stan Wawrinka* 4830 (-765)
  5. Roger Federer 4045 (-990)

*c’è un asterisco accanto a Wawrinka perché è l’unico dei primi 5 in campo questa settimana, a Ginevra, e sfruttando il fatto che non ci sono punti in scadenza ogni vittoria porterà dei punti, quindi potrà cominciare il Roland Garros tra quota 4830 e 4930 ( per la finale di Ginevra, ATP 250).

Ora, Nadal è in pole position perché dei 4995 punti che lo separano da Murray in questo momento (prima classifica) in realtà visti nell’arco di un mese sono appena 1385 (seconda classifica). Tradotto in povere parole: se lo spagnolo farà 1386 punti in più dello scozzese e 71 in più del serbo (dei 4500 che avrà a disposizione) alla fine del terzo Slam del 2017 potrebbe essere il nuovo numero 1 del mondo. È facile prevedere che al termine del Roland Garros lo spagnolo possa aver guadagnato ancor più terreno, perché il gomito di Murray non è ancora a posto dal mese di marzo e le sue prestazioni negli ultimi due mesi sono state tutte fuorché quelle di un giocatore in forma. Non ha confermato la finale a Madrid, men che meno il titolo a Roma, vincendo appena una partita e Parigi sarà un banco di prova molto delicato. Djokovic non potrà guadagnare punti (rispetto alla prima classifica) mentre Nadal per storia e valore può fare molto meglio di un terzo turno sulla sua superficie prediletta.

Federer, non giocando Parigi, per diventare numero 1 ha bisogno di un mezzo miracolo: vincere Stoccarda, Halle e Wimbledon (totalizzerebbe 2750 punti, salendo a 6795) con Murray che non ottenga più di 125 punti, quota raggiungibile anche da uno scozzese in difficoltà. Wawrinka non può prescindere da almeno un grande risultato in uno dei due Major (e da un mezzo flop dei primi), per gli altri invece la situazione è diversa. Andy non potrà risparmiarsi, perché nei due tornei dello slam pur facendo un turno in meno di Nadal e Djokovic potrebbe perdere tanto (360 i punti di differenza tra quarti e semifinale, 480 quelli tra semifinale e finale, 800 tra finale e vittoria), oltretutto Nadal sarà anche al Queen’s, dove Murray ha un’ottima tradizione ma il livello dell’entry list è sempre molto alto (sono presenti quest anno 10 dei primi 14 del mondo). L’ultimo salvagente arriverebbe dall’eventuale semifinale tra il serbo e lo spagnolo, che eviterà che entrambi possano totalizzare più di 1000 punti già adesso.

Non è impossibile in ogni caso pensare si arrivi a Wimbledon con un margine veramente ridotto tra i primi 3 del ranking, a quel punto la differenza si farà sui singoli turni, magari su una manciata di punti. Nadal è favorito, per condizione e tradizione in questo periodo dell’anno. Poi c’è Djokovic, da cui servono risposte importanti dopo i primi mesi di grande difficoltà. Murray, al momento, sembra quello con la coperta più corta.

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