Mladenovic: “Sono veramente orgogliosa di me stessa”

Conferenza stampa di Kristina Mladenovic al termine della semifinale vinta contro Maria Sharapova a Stoccarda: "È stata tutta la voglia di lottare che avevo ad aiutarmi a vincere".

Congratulazioni, puoi spiegarci come hai vissuto gli ultimi game?
È stato un match veramente duro, molti alti e bassi. Il game veramente importante è stato sul 4-2 nel secondo set, quando sono stata brava a tenere duro nonostante lo svantaggio di 0-40. Anche sul 5-4, quando ero seduta sulla mia sedia, ero certa che lei avrebbe fatto di tutto per vincere. Ha giocato in maniera molto solida sul 5-2 ed anche sul 5-3. Non so quanti doppi falli ho fatto, se 1 o 2, ma a parte quello sentivo di fare tutto bene, di mettere a segno anche diversi vincenti. Non ricordo bene, ma ad un certo punto è stata veramente aggressiva: ho servito esterno a 190 all’ora e lei ha indovinato l’impatto di dritto rispondendo vincente. Tu sai che lei spingerà fino all’estremo per darti tanto da fare e sono veramente orgogliosa di come sia riuscita a chiudere.

Che tipo di accorgimenti hai fatto tra secondo e terzo set?
Su questa superficie indoor Maria è avvantaggiata perché può decidere quando aggredire. Ha un gioco da 10: grande servizio, grandi risposte e non c’erano tanti scambi quando era lei al servizio. All’inizio ho fatto un po’ di errori, qualche doppio fallo, ma lei aveva cominciato molto bene. Ci sono stati diversi errori ad un certo punto, molte risposte lunghe, ma era dovuto al fatto che lei stava mettendo grande intensità in ogni punto e non c’era possibilità di fare granché. Era molto difficile per me, stavo cercando in qualche modo di leggere il suo servizio, di rispondere, di crearmi occasioni al servizio. Onestamente alla fine è stata tutta la voglia di lottare che avevo ad aiutarmi a rimanere nel match.

Anche allungare gli scambi e giocare con diverse variazioni?
Esatto, sì. Non sono certa che le condizioni fossero perfette per me. È abbastanza veloce e lei sa colpire molto forte. Dovevo cambiare qualcosa e colpire la palla con un diverso ritmo, più spin, smorzate. Poi lei ha cominciato a sbagliare un po’ troppo quando le arrivavano colpi sempre diversi. Ancora una volta, non è stato semplice questo perché non avevo mai ritmo. Dovevo cercare di trovare giusti aggiustamenti anche se dentro di me non ero sicura, volevo mettere più pressione come lei faceva con me, ma questo non funzionava perché I miei colpi volavano via. Sono stati piccoli dettagli che alla fine mi hanno portato al successo.

Il pubblico ad inizio match cercava di incoraggiarti. Come ti è sembrato, in generale?
Adoro questo pubblico. Loro vanno matti per qualsiasi cosa. Loro veramente sono capaci di creare uno show durante le partite. Amo giocare in questo stadio e mi piace il pubblico di casa.

Hai fatto un gesto a fine match che è simile a quello di Wawrinka. Perché?
Non lo so (ride, ndr). Ho lottato duramente e sono rimasta nel match fino alla fine. Non era facile in un match così, giocare così fino alla fine. Non ho giocato al meglio ma sono riuscita a rimanere lì. Alla fine ho trovato la vittoria e sono felicissima. È stata una grande battaglia soprattutto mentale perché entrambe possiamo giocare meglio ma chiunque ha giornate buone e meno buone. Non tutto può essere semplice, bisogna lottare per conquistare questo. Ti confesso che non c’ho veramente pensato quando l’ho fatto, è solo perché ho lottato fino alla fine.

Hai avuto una grande stagione, ora giocherai la terza finale contro Laura Siegemund, che partita aspetti?
È la prima volta in carriera che ho un periodo così e sto benissimo, ma è qualcosa comunque nuovo ed a cui voglio farmi trovare preparata. Domani sarà la partita più difficile della settimana, dovrò rimanere concentrata e questo torneo è molto complicato. Ho battuto solo ottime giocatrici per essere in finale, dovrò cercare di recuperare il più possibile perché ho male alla caviglia (ha avuto una brutta caduta ad inizio settimana, ndr) ed altre parti infiammata. Non so che partita sarà, spero emozionante come oggi.

È la prima volta che vedi usare un iPad durante un on court coaching?
Sì, mia mamma è arrivata con un iPad e mi diceva: “Guarda qui”. Lo stava usando come un gioco, era come se dicesse “oh, è così semplice: lei serve qui, qui e qui”. Io: “Mamma, non posso leggere il suo servizio, ma ok (ride, ndr)”. Lei: “Vedi? è perfetto. Non è così semplice da leggere”. Però adoro queste informazioni tattiche, penso sia bello. Ogni tanto mentre lei parlava guardavo l’iPad e forse qualcosa mi ha aiutato, però vorrei più rilassarmi e godermi l’atmosfera intorno… E lei arriva con questi compiti della scuola (ride, ndr). “Guarda qui e qui e qui”.

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