Sock: “Federer è il più grande ma io ho le mie chance”

L'intervista a Jack Sock dopo la vittoria contro Nishikori ai quarti di Indian Wells: "Fondamentale oggi il servizio in kick".

Deve essere una bella sensazione per te battere per la prima volta un top 5…
Sì, una sensazione grandiosa. Non ho realizzato la cosa finché non è stata detta sul campo. Le condizioni di gioco erano difficili per entrambi, con tanto vento e per altre ragioni ma io sono stato bravo a rimanere concentrato e a giocare in modo solido in modo da portare a casa la vittoria.

Oltre alla vittoria contro un top 5 è anche la tua prima semifinale in un masters 1000. Quale delle due cose è più importante per te?
Sono contento che siano accadute. Si, probabilmente è la mia prima semifinale; ero arrivato un paio di volte ai quarti, credo. Battere un top 5 era un qualcosa su cui ero fiducioso che prima o poi sarebbe dovuto accadere. Ma sai, raggiungere per la prima volta una semifinale in un masters è grandioso, anche perché sta accadendo in uno dei tornei che amo di più e davanti il pubblico statunitense.

Col tuo servizio hai creato molti problemi a Nishikori. Puoi parlarci della tua battuta e della tua strategia in questo colpo?
Credo che chiunque giocatore o spettatore capisca immediatamente quanta differenza c’è tra il giocar di giorno e il giocare la sera: la palla viaggia in modo molto diverso e dunque ho cercato di adattarmi alle circostanze. Soprattutto non dovevo permettergli di rispondere in modo da dettare il gioco e allora è stato fondamentale il servizio in kick per non essere aggredito, sia sulla prima che sulla seconda: questo è il motivo per cui l’ho usato molto oggi.

Grande inizio per te quest’anno. A cosa credi che sia dovuto?
L’ho detto altre volte: penso che sia stata la off-season. Ho fatto qualche cambio, ho lavorato molto sul mio fisico e soprattutto sulla parte mentale e i frutti si stanno vedendo: credo che l’anno scorso una partita del genere l’avrei persa.

In semifinale giocherai contro Roger che ha vinto a Melbourne…
Lui ha vinto a Melbourne? (sorriso)

La generale adorazione verso di lui è enorme. Come pensi di gestire questo aspetto quando te lo troverai di fronte.
Beh, per me lui è il più grande di tutti i tempi ed è certamente qualcosa di pazzesco affrontarlo. Ma penso anche che nel trend del tennis attuale si possano creare difficoltà ai grandi: un esempio è quello che è accaduto a Dubai dove Donskoy ha sconfitto Roger che stava giocando bene anche lì. Penso che quando c’ho giocato contro qui un paio di anni fa e poi anche a Basilea non sono entrato in campo con la convinzione di potere avere le mie chance di vincere contro di lui. Ora certamente le cose sono cambiate; credo che se gioco con una certa convinzione e adotto la giusta strategia posso dire la mia.

A proposito del match contro Federer qui nel 2015, se non ricordo male vincesti l’edizione del doppio quell’anno. E tu venivi da un periodo non felice per te. Ce ne puoi parlare? È stato un punto di svolta?
Sì quello fu il mio primo torneo dopo l’operazione e mio fratello era con me dopo essere stato vicino alla morte per via della sua malattia. Penso che in quel periodo io abbia compreso definitivamente che ci sono altre cose oltre al tennis, che la vita è sempre più importante dello sport che pratichi. Ho imparato a godere di ogni momento; e alla fine anche ad essere più rilassato in campo.

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