Quanto contano i top player in Coppa Davis?

In questo turno di Davis mancavano Murray, Wawrinka, Raonic, Nishikori, Nadal, Monfils, Cilic, Federer e addirittura Goffin. Ma sarebbe davvero cambiato qualcosa?

Il primo turno di Coppa Davis è finito, dopo un weekend di partite più lungo del solito visto che Argentina-Italia si è conclusa di lunedì.
Da tempo si discute sulla qualità della manifestazione, sulla sua formula, se non sia il caso di modificarla per costringere i top player a essere sempre presenti. Qualche tentativo è stato fatto, come l’assegnazione di punti ATP fino al 2015 ma, sostanzialmente, poco è cambiato, in primis la periodica e molto costante assenza dei giocatori più forti. In ogni caso, sebbene nelle parole di molti non sia più così, l’insalatiera mantiene un suo fascino, il “mondiale” delle nazioni di tennis continua ad attrarre pubblico, televisivo e non, si veda il calore degli argentini (Maradona in testa) mostrato in questi quattro giorni.
In questo primo turno praticamente tutti i top player erano assenti, escluso Djokovic, e allora, considerato che il Fantacalcio è pratica nazionale molto diffusa, noi abbiamo provato a giocare alla Fantadavis, confrontando le classifiche dei giocatori presenti nel weekend e quelle degli assenti per vedere se la presenza di questi ultimi avrebbe cambiato, virtualmente, i risultati degli scontri.

In questa partita virtuale, il primo scontro che balza agli occhi è certamente USA-Svizzera, conclusasi 5 a 0 per gli americani.
In campo si sfidavano rispettivamente il numero 20, 23, 27, 31 del mondo per gli USA (Sock, Isner, Querrey e Johnson) contro il 127, 146, 485 e 598 (Laaksonen, Chiudinelli, Bossel e Bellier). Qui la classifica non mente, come probabilmente non avrebbe mentito se in campo ci fossero stati Mr. Roger Federer, 10 del mondo e numero 1 ad honorem per chiunque, e Stan Wawrinka, numero 4. Salvo i due avessero deciso di giocare con la sinistra, difficile immaginare una vittoria a stelle e strisce, anche se il precedente del 2013, quando ai dioscuri svizzeri riuscirono ad organizzare un’assurda partita su una lentissima terra rossa indoor, consiglierebbe di andarci cauti.

Il criterio classifica conta meno nella sfida che agli appassionati di storia farebbe subito venire in mente la seconda guerra mondiale: Germania-Belgio, con il piccolo paese della manica vittorioso per 4 a 1.
I tedeschi schieravano il numero 22, 29, 35 e 59 (Alezander Zverev, Kohlschreiber, Mischa Zverev, Struff) opposti al numero 58, 141, 143, 191 (Darcis, Bemelmans, De Greef, De Loore). La vittoria belga è stata sonora e se ci fosse stato David Goffin, 11 del mondo, il risultato sarebbe stato probabilmente lo stesso. La blitzkrieg non riesce neanche a tennis, reale o virtuale.

Una partita di cui è difficile immaginare l’esito virtuale è sicuramente Canada-Gran Bretagna.
In campo hanno vinto i britannici, per il rotto della cuffia, o meglio dell’occhio del giudice arbitro Gabas colpito dal lancio di pallina scriteriato di Shapovalov. È finita 3 a 2, vittoria di misura rispetto alle classifiche dei giocatori impegnati. I canadesi, infatti, schieravano il numero 125, 131, 251 e 24 di doppio (Polanski, Pospisil, Shapovalov e Nestor). Molto più rosea, tanto da far immaginare una facile vittoria, la situazione dei britannici, con il numero 47, 53 e 8 e 43 in doppio (Evans, Edmund, J.Murray, Inglot). Nella sfida virtuale mancavano però Milos Raonic, numero 3 e Sir Andy Murray, numero 1. Probabile che il commonwealth avrebbe mantenuto comunque il suo dominio, lo confermano i numeri, ma gli appassionati sanno quanto i match tra i due siano spesso sul filo di lana, sebbene la spunti quasi sempre Murray. Inoltre, Andy e Jamie, nel doppio di Davis, sono spesso una macchina da guerra.

L’esito di Croazia-Spagna, 3 a 2 per gli iberici, sarebbe molto più scontato sia per le classifiche dei giocatori presenti sia per gli assenti. I giocatori croati in questo caso sono degli semisconosciuti, con il più alto in classifica , Skugor, numero 220. Di contro la qualità del movimento iberico è ben nota, in campo presenziavano il numero 16, 26, 32 e 11 di doppio (Bautista Agut, Carreno Busta, F. Lopez, M. Lopez). Stupisce quindi la fatica degli Spagnoli nel portare a casa il match. Difficile pensare che sarebbe andata diversamente, comunque, se fossero stati presenti Marin Cilic, 7, e Rafa Nadal, 6, considerata sia la classifica reale, sia lo stato di forma dei due giocatori. Di più, quattordici slam a uno avranno anche un valore no?

Interessante osservare il match tra Giappone e Francia.
Il risultato, 4 a 1, per i transalpini, non stupisce, anzi guardando le forze schierate non era lecito attendersi che finisse diversamente. Come immaginare che Gasquet, Simon e compagni potessero avere difficoltà contro Nishioka, 82, Daniel, 119, Sugita, 118 e Uchiyama, 221? Però qui un grandissimo assente c’è: Kei Nishikori, 5 del mondo e giocatore di talento indiscusso. Forse Kei avrebbe reso la sfida più incerta, va considerato però che Mahut e Herbert sono al primo e al secondo posto nella classifica di doppio e quando si gioca per l’insalatiera la partita a quattro è quantomai determinante.

Australia Repubblica Ceca è finita 4 a 1 per i canguri.
Kyrgios, 15, Thompson, 65, Groth, 182 e Peers, 6 in doppio, incrociavano le racchette con Vesley, 54, il vecchio Stepanek, 104, Satral, 157 e Kolar 239. Nulla da eccepire quindi. Mancava Thomas Berdych, numero 12, ma il ceco vale ancora la posizione in classifica che ha? Anche assegnandogli di fiducia due punti in singolare probabile che comunque avrebbe vinto l’Australia. Kyrgios, di più, avrebbe fatto sicuramente partita, ad essere pessimisti, contro Berdych.

In questo giochino non si può inserire Serbia-Russia perché da ambo le parti non si palesava nessuna grande assenza, e perché Novak Djokovic è andato in campo. Non il miglior Djokovic, ma era presente, in qualche modo ha vinto e il 4 a 1 finale non fa un grinza. L’impero Russo nulla poteva contro le forze slave.

Resterebbe Argentina-Italia, ma il cuore ci impedisce di giocare, troppi fattori, oltre alla classifica, vanno in campo quando giocano Seppi e compagni. Infatti, spesso, sono capaci di tutto e del contrario di tutto. Provate a immaginarlo voi. Loro erano i campioni in carica e mancava Juan Martin Del Potro.

Insomma i quarti di finale della Coppa Davis magari potevano essere diversi…

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