Raccontando Singapore: Kerber e Cibulkova, c'è già tanto spettacolo. Keys come Sharapova, ovvero Halep come Radwanska

TENNIS – Dal nostro inviato a Singapore Diego Barbiani

Cosa volere di più? Fino a qualche ora fa, a girare tra i social network, sembrava di aver sbagliato destinazione. Anzi, che le giocatrici avessero sbagliato destinazione, che a Zhuhai ci fosse il Master più nobile mentre qui, a Singapore, un’accozzaglia di persone che senza sapere cosa siano una racchetta ed una pallina si aggirano lungo un perimetro da linee bianche.

Primo giorno delle WTA Finals, e subito il match da blockbuster. Angelique Kerber contro Dominika Cibulkova, oltre 2 ore di tennis di enorme spessore tra attacchi e recuperi vissuti sul filo. La slovacca ha tenuto il freno a meno in soli 2 frangenti, la tedesca in 1 soltanto. Dettagli, come ha detto Dominika in conferenza stampa: “In questo gioco ruota tutto attorno a piccoli dettagli: lei è stata più costante in alcuni game e questo le ha dato la vittoria”. “Abbiamo giocato entrambe un match ottimo – ha fatto seguito Kerber – siamo state punto a punto fino alla fine, abbiamo giocato un primo set di oltre un’ora…”. Un’ora e due minuti, per la precisione, un parziale che ha poi fatto pensare Cibulkova di averci messo troppa carica: “Ero molto nella partita, volevo ogni punto, volevo fare bene ed ho speso tanto, energie che poi nelle fasi centrali del terzo set mi sono costate quel calo”.

74 vincenti in 2, entrambe in segno positivo rispetto agli errori gratuiti, una quantità infinita di quindici da applausi scroscianti: uno spot fantastico per la WTA, a zittire da subito chi pensava che queste giocatrici non avessero le stesse potenzialità di creare spettacolo di Serena Williams, Maria Sharapova o Victoria Azarenka. Angelique, ora leader della classifica, sembra conscia di questo, costretta a dover convivere con una pressione continua dettata dall’essere n.1 al mondo, ma anche che sia la prima dopo Serena, dopo una leader capace di trainare tutto il circus per 3 anni e dimostrare a lungo una superiorità enorme. Ora c’è lei, capace oggi di fasi difensive fenomenali e momenti in cui spingeva improvvisi e letali. Due punti su tutti: il dritto lungolinea sulla palla del 4-2 nel primo set, il secondo (ancor più bello ed importante) ad annulare la palla che avrebbe dato il 4-5 a Cibulkova nel set decisivo.

Volete poi sapere come sono stati gli ultimi punti? In sala stampa si sono fermati tutti, molti si sono avvicinati ai televisori, altrettanti applaudivano “senza bandiera” per l’una o per l’altra. Non era tifo, ma il momento così delicato e decisivo dell’incontro stava spingendo l’un l’altra a fare ancor meglio in frazioni di secondo dove passa il colpo perfetto (il passante di Kerber sul 5-4 40-40) o quello quasi, ma appena lungo (la risposta di Cibulkova sul match point).

Si è discusso molto, qui, di come queste atlete stiano dando il massimo in un momento della stagione dove tutte sono più o meno stanche. Svetlana Kuznetsova oggi in conferenza stampa diceva di essere felice di essere qui e di essere pronta al primo match, domani alle 19:30 contro Agnieszka Radwanska, ma la faccia diceva tutt’altro. Sembrava proprio implorare, con lo sguardo, un periodo di stop totale quando invece sta per cominciare la sua terza settimana in giro per il mondo. 14 giorni fa cominciava il torneo di Tianjin, domenica scorsa è volata nella notte a Mosca costretta a giocare e vincere un torneo per poter qualificarsi per questo evento, ed ora è qui dopo meno di 24 ore dal successo in casa.

La conferenza stampa doveva essere alle 16, c’è stata un’ora di ritrardo aggravata da… Una pausa thé per prendere un po’ di energia e sgranchire la voce. Ha preso vita quando le è stato chiesto di Konta, di cui si è detta “sinceramente dispiaciuta”: “Davvero, le chiederei anche scusa in questo momento. Purtroppo le regole danno questa possibilità e lei non ha potuto giocare durante questa settimana, mentre io volevo a tutti i costi vincere Mosca non perché così potessi essere qui, ma perché fare doppietta lì è speciale, soprattutto ora che tutte le tenniste giocano davvero bene ed è facile vedere una top-10 perdere da una top-50”. La russa non partecipava a questo torneo dal 2009, “ma da allora sono molto maturata, forse non avrei pensato di poter ancora riuscire a qualificarmi ma quando ho sentito che c’era la possibilità ho cercato soprattutto di isolarmi. Anni fa avrei avuto come un post-it stampato attorno agli occhi, ora ho cercato di andare in campo tranquilla”. Anni fa, tra l’altro, il tennis russo poteva vantare un periodo d’oro: “Mi manca quel periodo, lo ammetto. Per le Olimpiadi di Pechino 2008 Vera Zvonareva rimase fuori dal team perché era la quinta classificata, ed era n.12 al mondo! Tutte noi altre eravamo in top-10, un momento fantastico per il nostro paese (di fatti poi ci furono 3 russe su 3 sul podio, ndr)”.

Questo, diceva la ex n.2 del mondo, è il primo ed unico giorno di riposo dell’ultimo incessante periodo. Domani affronterà la campionessa in carica Radwanska, tirata involontariamente in ballo da Madison Keys nella conferenza stampa dopo la sconfitta contro Simona Halep. Non è stata nominata, ma la situazione era tremenda simile a quanto successe 4 anni fa ad Istanbul. Intanto, il commento della statunitense sulla velocità del campo: “Non è il campo ad essere lento, è solo l’altra (Halep, ndr) ad essere super nel rigiocare ogni colpo”. Ora, l’antefatto: era il Master di fine stagione, allora in Turchia, e Sharapova e Radwanska stavano giocando un match infinito, giunto dopo altri 2 match maratona e conclusosi ben oltre le 2 del mattino 7-5 5-7 7-5 in favore della n.2 del mondo. Alla russa fu fatta la stessa domanda, la velocità del campo. La risposta fu: “Ogni campo è lento se tu hai le gambe di Radwanska”. Detto così sembra il massimo dei complimenti, in campo però la verità era che non ne poteva veramente più di correre e colpire cercando il varco giusto per chiudere un match distruttivo, conclusosi poi talmente tardi che lo speaker (e la storia è raccontata spesso dalla nostra Angelica Fratini, lì quella sera-notte) invece di dare la buona notte urlò “GOOD MORNING ISTANBUL!” a quelle poche persone rimaste.

Oltre il tennis, invece, quanto fatto questa mattina. All’esterno dell’impianto, su un campo da mini-tennis preparato apposta, 2 cani addestrati appositamente per l’evento facevano da raccattapalle.

Uno spettacolo che, per chi inoltre adora da impazzire (presente) questi animali era già molto carino da vedere, ma che ha poi trovato un significato ancor più bello nella chiacchierata fatta poi con chi ha fatto da speaker all’evento, il giornalista Nick McCarvel, che ha rivelato che entrambi gli animali dovevano promuovere una campagna di adozione e sarebbero stati portati via da quella situazione da 2 nuove famiglie che si sarebbero presi cura di loro. Brava Singapore.

 

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