WTA Madrid – la perfezione ha il volto di Simona Halep: primo successo dopo 14 mesi, battuta Cibulkova

TENNIS – Di Diego Barbiani

MADRID. Bisogna tornare molto indietro nel tempo per avere idea della qualità della partita espressa da Simona Halep, che battendo 6-2 6-4 Dominika Cibulkova ha spezzato un digiuno che durava da 14 mesi ed ha conquistato il secondo Premier Mandatory della carriera dopo quello di Indian Wells del 2015.

Contro un’avversaria, tra l’altro, che l’aveva superata tre volte su quattro prima d’ora, è stata impeccabile dal primo all’ultimo punto con un tennis sempre superiore, magnifica nella fase difensiva e nel contrattacco, letale quando invece era lei a comandare. Bisogna risalire, dicevamo, almeno a prima di Stoccarda 2015, quando cominciò la lunga serie di problemi fisici (ed insicurezze causate dalle minacce di morte ricevute in quella settimana), ma probabilmente sono due anni che non disputava un torneo di questa solidità, quando di nuovo raggiungeva la finale di Madrid (perdendo da Sharapova) e tre settimane dopo fu ancora la russa a fermarla sul centrale di Parigi nella sua prima ed unica finale Slam giocata. Questi gli score delle sue parite: 6-0 6-3 a Misaki Doi, 6-1 6-1 a Karin Knapp, 6-2 6-3 a Timea Bacsinszky, 6-3 0-6 6-1 ad Irina Camelia Begu, commentando tra l’altro quel secondo parziale come un “regalo di Pasqua” per nascondere l’insofferenza che le causava sentire ad ogni punto il coach della connazionale darle consigli, e 6-2 6-0 a Samantha Stosur.

Trovare dei difetti nella partita di oggi è quasi impossibile, a cominciare dall’efficacia al servizio, dal numero di volte in cui dal lato destro del campo usava un colpo slice strettissimo a quando invece decideva di andare forte ed al centro. Una precisione pazzesca, la stessa che metteva nelle aperture di campo sul lato del dritto per poi colpire sistematicamente sul lato lasciato sguarnito. Un gioco semplice, ma che lei riusciva a far funzionare in maniera sempre più precisa. Altra tattica, quella del contrattacco: Cibulkova non poteva perdere campo, soprattutto perché i suoi colpi avrebbero perso ancor più efficacia, e quando riusciva a trovare soluzioni profonde mettendo Halep nelle condizioni di dover difendere, arrivava quasi sempre un colpo ancor più insidioso da rigiocare. Accelerava col rovescio, l’altra giocava ancor più forte sfruttando soprattutto la velocità che la palla aveva muovendo anche il gioco. E come se non bastasse, per Cibulkova, che già pagava dazio sulla diagonale di rovescio costringendola dunque a spostarsi di dritto, cadendo di fatto nella trappola preparata dalla sua avversaria. Non ne è mai uscita ad entrare in partita, se non quando nel secondo set ha trovato un po’ di equilibrio alla battuta, non riuscendo però ad incidere in risposta anche perché, al di là della rete, c’era una che qualsiasi cosa toccava la tramutava in oro.

Per quanto il punteggio non lo dica, Halep non ha vinto perché l’altra ha giocato male, ma ha vinto perché il suo tennis stasera era due-tre spanne sopra la tennista slovacca, un dettaglio che non è neppure riconducibile alle tante ore spese in più in campo durante la settimana e le rimonte incredibili contro Caroline Garcia e Sorana Cirstea, soprattutto. La rumena, che grazie a questo risultato tornerà n.5 del mondo, ha pitturato traiettorie e costruito tutti i punti come meglio non poteva, chiudendo con un ace di potenza al centro, una delle tante fotografie della sua partita perfetta.

 

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