Challenge Round. Seppi e Fognini, nel 2015 percorsi diversi per approdi simili

TENNIS – DI FABRIZIO FIDECARO – Andreas Seppi e Fabio Fognini stanno contendendosi in queste settimane la leadership italiana nel ranking Atp. Un traguardo che di per sé conta poco, ma chissà che entrambi non possano trarre nuove motivazioni da questa rivalità “virtuale”…

La premessa è d’obbligo: il tennis è fra gli sport più internazionali che esistano, ed essere numero uno del proprio Paese vale ben poco se, al contempo, non si occupa una posizione di rilievo nel ranking mondiale. È curioso notare, però, come due giocatori italiani, Andreas Seppi e Fabio Fognini, siano quasi appaiati nella classifica Atp: l’altoatesino, che lo scorso giugno si è ripreso la leadership azzurra dopo quasi due anni, è al 25esimo posto con 1465 punti, il ligure al 27esimo con 1370. Distacchi simili si registrano nella Race to London, che vede Seppi 18esimo a quota 1160 e Fognini 24esimo a 1080. Insomma, magari a entrambi la questione non interesserà più di tanto, ma, con ogni probabilità, per ognuno di loro è inevitabile buttare un occhio sulla situazione dell’altro il lunedì, all’uscita della nuova graduatoria…

Il 2015 dei nostri migliori rappresentanti è partito da presupposti ineguali (Fognini era n. 20, Seppi n. 45) e ha seguito percorsi altrettanto diversi per arrivare a bilanci assai simili. Ad esempio, i match disputati finora sono in ambedue i casi quaranta, con Andreas che ha colto una vittoria in più, 22 contro 21 (e logicamente una sconfitta in meno, 18 a 19). Sia Seppi sia Fognini, inoltre, non hanno conquistato alcun titolo, ma perso due finali. Ben diverse, però, sono le superfici sulle quali le hanno raggiunte: il bolzanino, che ha saltato per infortunio buona parte della primavera sul rosso, si è arreso a Guillermo Garcia-Lopez sul veloce indoor di Zagabria (“250”) e a Roger Federer sull’erba di Halle (“500”), mentre il sanremese ha ceduto a David Ferrer a Rio de Janeiro e a Rafael Nadal ad Amburgo, in entrambi i casi degli Atp 500 sulla terra.

Seppi ha fatto decisamente meglio nelle prove dello Slam. Tutti e due sono usciti una volta al debutto (Roland Garros per Andreas, Australian Open per Fabio), ma Fognini non è andato oltre il secondo turno a Parigi e a Wimbledon, mentre Seppi ha raggiunto il terzo a Londra e, soprattutto, gli ottavi a Melbourne, dove ha sconfitto niente meno che Federer, mancando poi con Nick Kyrgios un matchpoint che gli avrebbe regalato i quarti. Per il resto, Andreas vanta due piazzamenti in semifinale (Doha e Amburgo), Fabio quattro nei quarti (San Paolo, Barcellona, Umago e Kitzbühel) più gli ottavi nel Master 1000 di Roma.

I successi più prestigiosi? Per Seppi, com’è ovvio, quello su Federer, per di più ottenuto in un Major, ma anche il bel cammino a Halle (vittime Haas, Robredo, Monfils e Nishikori, anche se gli ultimi due si sono ritirati a match in corso) e il 61 al quinto sull’emergente Borna Coric a Wimbledon. Quanto a Fognini, spiccano le due affermazioni su Nadal (a Rio e a Barcellona), ma non va dimenticata quella su Grigor Dimitrov al Foro Italico.

Che cosa riserverà il futuro ai due “contendenti”? Nessuno di loro ha brillato questa settimana a Montreal, dove Andreas è stato battuto da Gilles Simon e Fabio da Gael Monfils. Il ligure ha in immediata scadenza i 180 punti relativi al quarto di finale a Cincinnati di dodici mesi or sono, ma, così come il compagno-rivale, dovrebbe comunque occupare un posto fra le teste di serie agli US Open.

A determinare l’esito della corsa saranno vari fattori: in primis le condizioni fisiche, e poi la capacità di programmarsi e gestirsi al meglio, la fortuna (o meno) nei sorteggi, l’abilità nel cogliere al volo le eventuali occasioni favorevoli. Al di là di chi si troverà davanti a fine stagione, comunque, l’auspicio è che sia Andreas sia Fabio possano salire in classifica, onorando al meglio il tennis italiano nei tornei del circuito e trovando, assieme a Simone Bolelli, il giusto affiatamento per uscire indenni dalla prossima trasferta siberiana di Coppa Davis.

 

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