L'Atlante degli italiani / Il tennis Italiano? Un campanello d'allarme perennemente accesso

TENNIS – Di Gianluca Atlante

Colpa del caldo, decisamente inusuale dalle parti di Church Road, o cosa? Colpa, almeno nel femminile, di un ricambio generazionale di cui ci siamo più volte fatti portavoci, ma sul quale, chi dovrebbe veramente interrogarsi, sembra essere sordo e anche un tantino cieco, un po’ come nella favola delle tre scimmiette.

Morale della favola, quella che avremmo voluto raccontare e che invece, come i classici sogni, abbiamo riposto nel cassetto, alla seconda settimana di Wimbledon, il torneo più importante al mondo, ci arriviamo soltanto con le nostre Roberta Vinci e Karin Knapp, il nuovo doppio azzurro al femminile, al quale auguriamo tutte le fortune di questo mondo, ma che resta, in questo preciso momento, quell’accontentarsi che non basta e con l’altra veterana Flavia Pennetta, anch’essa impegnata in doppio in coppia con la cinese di Taipei Su-Wei Hsieh. E dire che sull’erba più prestigiosa, negli ultimi anni, il nostro tennis aveva sempre trovato la forza, soprattutto con le donne, di issarsi sino alla seconda settimana e in quei quartieri alti, peraltro abitualmente abitati dalle nostre valide ragazze. Oggi tutto questo è un lontano ricordo. Perché se Giorgi, contro la Wozniacki, ha rimediato una sonora lezione, il buon Andreas Seppi, ha goduto solo un set con il suddito della Regina, trovando modo e tempo, poi, per consegnarsi a Andy Murray, che da quando è convolato a giuste nozze, ha perso una sola partita, la semifinale al Roland Garros, contro Djokovic. Magari, chissà, capiterà un giorno anche a Fabio Fognini. Il ligure, che a noi sta particolarmente a cuore, a Wimbledon si è arenato al secondo turno al cospetto del canadese Pospisil, perdendo a nostro avviso l’ennesima grande occasione. Il resto, in campo maschile, sono la onorevolissima sconfitta al primo turno di Simone Bolelli al quinto set contro il giapponse Nishikori, poi ritiratosi al secondo turno, quella di Luca Vanni, Lucky Looser di diritto dopo aver fallito un matchpoint nell’ultimo turno di “quali”, sempre al primo turno contro il britannico Ward e quella di Paolo Lorenzi, al quale non si può assolutamente rimproverare nulla, che ha mancato la prima vittoria a Wimbledon della sua vita, sconfitto in tre set dal ceco Vasely. Tra le donne, alle quali ci siamo sempre aggrappati per continuare a recitare una parte importante anche a Church Road, a parte la Giorgi, va segnalato il secondo turno di una Errani alla quale, diciamolo francamente, l’erba piace poco o nulla ed i primi turni in serie di Flavia Pennetta, Francesca Schiavone (sconfitta nel derby dalla Errani), Roberta Vinci e Karin Knapp. Ma, quello che deve far riflettere, semmai qualcuno volesse farlo, è la sola presenza della Brianti, non certo una “nouvelle vague” del nostro tennis in gonnella, nelle qualificazioni. Brianti, per la cronaca, fuori al primo turno. Il segnale di Wimbledon, è di quelli preoccupanti. Ed il campanello d’allarme continua a suonare…

 

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