Roland Garros: Schiavone commovente, battuta Kuznetsova dopo quattro ore! «Molto felice ed orgogliosa di me stessa»

TENNIS – Dal nostro inviato a Parigi Diego Barbiani

Eterna, ammirevole, commovente. Francesca Schiavone sa ancora come emozionarsi e far emozionare tutti quanti. Piange anche lei, non riesce a trattenersi per la nuova odissea vinta contro Svetlana Kuznetsov dopo il 16-14 di Melbourne all’Australian Open 2011.

6-7(11) 7-5 10-8 il punteggio in tre ore e cinquanta minuti di follia e spettacolo tennistico. Dopo il primo turno sembrava averla quasi sfinita, uscita dal campo provata come non mai contro Qiang Wang, oggi ha buttato tutto quello che aveva oltre l’ostacolo. Cuore, gambe, testa, sogni. Un insieme di fattori che le hanno permesso di riprendere per sei volte un break di ritardo alla sua avversaria. 

Ci voleva un’impresa di questa portata, una partita che le facesse risvegliare tutta la grinta da leonessa che negli ultimi mesi si era sopita. Durante l’ultima conferenza stampa era già col pensiero di dover affrontare una partita durissima, lunga, complicata, contro una giocatrice che lei stessa apprezza moltissimo perché in grado di tirare fuori tutto il suo estro in un secondo, nel movimento del polso e nelle traiettorie che regala alla palla. Sembrava tanto affaticata e quasi, dicendo una bestemmia, appagata nell’essere tornata alla vittoria dopo sette uscite consecutive al primo turno di uno Slam. Parigi però è un luogo per lei magico, dove ha vinto ed è andata vicina alla doppietta. Oltretutto contro la stessa Kuznetsova i ricordi non possono che andare a quella partita di quattro ore e trequarti. Quel giorno i match point salvati furono sei, oggi solo uno, ma la russa per quattro volte ha servito per il match. Sul 5-4, sul 6-5, sul 7-6, sull’8-7. In tutte le circostanze Francesca ha risalito la china, rimontando poi da 15-40 sull’-8-8.

Più andavano avanti e più il livello di tennis si alzava. Sembravano due universi che si divertivano a trovare la soluzione migliore, più spettacolare, divertente. Alla fine la milanese ha prevalso e vola al terzo turno, che dopo un anno di stenti vuol dire tantissimo. Al prossimo turno ci sarà la rumena Andreea Mitu, che da n.100 del mondo ha estromesso Karolina Pliskova (n.12 del seeding) per 2-6 7-6(5) 6-4.

«La chiave della partita forse è stata il rovescio mio sul suo match point. Sapevo che dovevo muoverla, ci stavamo sfidando su quella diagonale da qualche colpo ed ho preso coraggio, ho sbracciato ed ho trovato un colpo bellissimo». E’ quasi senza voce, Francesca, mentre racconta gli ultimi atti del match: «Non mi importava tanto della durata dell’incontro, ma sapevo che se avessi passato indenne tutti quei momenti difficili poi avrei potuto vincerla, ne ero certa. Non so neanche quanto c’entri la magia di questo posto ed il ricordo dei miei successi passati, volevo vincerla e basta, sono davvero davvero felice ed orgogliosa di me stessa».

«Dentro di me sentivo che stavo soffrendo ma non volevo mollare. Lottavo, lottavo, lottavo per un centrimetro, un metro, un colpo. Dovevo recuperare, appena lo facevo venivo rispedita indietro e lottavo, lottavo e lottavo. Una gioia incredibile. Poi più andavamo avanti e più giocavamo bene, un braccio di ferro che sembrava non potesse mai spezzarsi, bellissimo anche il tifo del pubblico. Abbiamo cominciato che eravamo un po’ sole, abbiamo concluso con un’ovazione generale».

Ma te lo potevi immaginare un match così lungo? «No, penso di no. Mi aspettavo un match molto tattico e lottato, lei è sempre una giocatrice grandissima, che apprezzo tanto. Ci conosciamo troppo bene per non sapere cosa andremo a fare in campo». Un ultimo appunto sulla risata fatta nell’ultimo game del match: «Perché ridevo? Ma ho fatto il punto più bello della mia vita lì, stavo godendo come una matta!»

 

 

 

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