Atp Finals Londra: quel cannibale chiamato Novak Djokovic

TENNIS – LONDRA. Novak Djokovic, spietato e crudele nell’uccidere l’equilibrio anche nell’unica partita fino ad oggi che poteva regalare qualche emozione, ha triturato Stan Wawrinka 6-3 6-0 guadagnando la vetta solitaria del gruppo A e mettendo una seria ipoteca sul passaggio alla semifinale.

Un set contro Tomas Berdych, all’ultima giornata, basterebbe per qualificarlo aritmeticamente tra i migliori quattro del Master. Per lo svizzero, invece, tutto è ancora in ballo nonostante lo scarto di game: la larga vittoria ottenuta all’esordio contro il ceco lo pone in una posizione di vantaggio rispetto a quest ultimo, con la sfida ad un Marin Cilic piuttosto svuotato che lo attende per tornare in semifinale. 

E’ un Master sempre più monotono. Ha provato, il campione dell’Australian Open, a fare partita alla pari con il n.1 del mondo ma la sua speranza è rimasta in vita per i primi due game. Un break, a fatica, ed un turno di battuta salvato altrettanto faticosamente. Poi solo Djokovic. Tanto Djokovic. Ma davvero tanto. Un parziale tremendo di 16-1 per proiettarlo immediatamente avanti, una sensazione di insuperabile che mano a mano ha spento le velleità del suo avversario e la soddisfazione dei tanti accorsi sulle tribune nella speranza, finalmente, di un match “vero”.

Aumentava la frustrazione di Wawrinka, aumentavano i suoi errori. Per fare un punto a Djokovic era necessario essere ad un livello che il n.4 del mondo ora non possiede. Può relativamente consolarsi col fatto che forse si contano a dir molto sulle dita di una mano i giocatori capaci di tener testa a quel cannibale che si trovava al di là della rete, ma è brutto vedere con quanto poco equilibrio stia filando via questa edizione del Master, dove la sola presenza dei primi otto dovrebbe invece garantirne a volontà (o quasi).

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