L'Atlante degli italiani / Scusaci Giorgi, ma dobbiamo parlare dell'inquieto Fognini

TENNIS – Di Gianluca Atlante

Volevamo parlare di Fabio Fognini, del suo essere inquieto, del suo fare oltremodo sbagliato di non farsi amare anche da chi, come noi, lo conosce bene e lo ha difeso contro tutto e tutti. E lo facciamo, scusandoci, prima di salutare il battesimo con una finale Wta di Camila Giorgi.

Aiutati dall’assist fornitoci dai colleghi e amici di Sky Sport, sottoforma di vecchia intervista ad Andreas Seppi (fatta in occasione dell’ultimo torneo di Montecarlo) dove nel parlare della sua nuova compagna l’altoatesino ha detto una cosa semplice, magari scontata, ma che fa riflettere: «Quando stai bene fuori dal campo, diventa tutto più facile anche dentro un rettangolo di gioco». Anche, e questo lo diciamo noi, digerire l’ennesima sconfitta di un’annata double face e che proprio da Montecarlo in poi ci ha consegnato il peggior Fognini della storia. Pronto a perdere, e qui ci può stare, contro chiunque, ma soprattutto, e qui non c’è spiegazione, a litigare con tutti: giudici di sedia, avversari e pubblico. Vogliamo pensare che la maleducazione non abiti dalle parti di Arma di Taggia e siamo certi che non è così.

Ma perché tutto questo? Perché non c’è settimana nella quale Fabio non fa parlare di se in maniera negativa? Ci prova gusto, o cosa? Eppure la storia d’amore con la Pennetta, e qui torniamo alle parole di Seppi, è quel qualcosa di meraviglioso che dovrebbe riempirgli il cuore di felicità. E al diavolo se, poi, si perde una partita: tanto c’è l’amore di Flavia, pronta a stargli vicino come non aveva mai fatto con nessuno prima. Ma questo sembra non bastare o, peggio ancora, pesare come un macigno sulla psiche del nostro Fognini. Speriamo di sbagliarci, ma il non essere sereni, e Fognini non lo è, non è certo figlio della singola sconfitta: no, proprio no.

Fortuna che c’è Camila a restituirci un sorriso tennistico. E con lei una Knapp alla quale diremo sempre grazie per quello che riesce a fare e, soprattutto, per l’impegno che ci mette. Camila sta per Giorgi e per finale, la seconda della sua carriera, giocata (e persa) a Linz, dopo aver vinto il derby con Karin. Una finale che, al di là di come sia finita, con l’azzurra che come a Katowice contro Alizé Cornet è arrivata ad un punto dal titolo, potrebbe segnare una nuova vita tennistica per la Giorgi, finalmente continua dopo l’ennesimo scalpo eccellente con l’avvio al fulmicotone contro la Petkovic. Che non abbia imparato qualcosa? Ce lo dirà Mosca, ma intanto la salutiamo così, sperando che questo primo trofeo da mettere in bacheca finalmente arrivi e la fortuna possa sorriderle un po’ di più sui match point.

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